
Truffa dello stato inesistente tra i vertici ex generale Gdf e consorte
Il «principe» della truffa era un generale della guardia di Finanza in pensione residente a Todi, ma toscano di origine. Colto, diplomatico e convincente nei modi. Chissà se ispirati dalla commedia Totò truffa 62 – scrive il Corriere della Sera – l’ex ufficiale e la sua organizzazione sono riusciti a far credere ai «cittadini» che avevano aderito allo «Stato Teocratico Antartico di San Giorgio», di aver acquistato l’isola di Koneli, in Grecia.
Bastava pagare dai 200 ai 1.000 euro per diventare «sangiorgesi» e ottenere documenti, patenti di guida, passaporti, attestati, titoli onorifici, sgravi fiscali e l’inserimento in albi professionali, qualora gli iscritti fossero stati radiati o sospesi. Come nel caso del medico no vax Roberto Petrella, arrestato a Catanzaro un anno fa per avere «consigliato» ad un paziente, poi morto, «medicine alternative» per combattere il Covid.
L’inchiesta «L’isola che non c’è»
“L’isola che non c’è” ha svelato la truffa dell’inesistente Stato Teocratico Antartico di San Giorgio. Il sedicente principe e dispensatore a pagamento di titoli nobiliari, dalle carte è risultato il fondatore dello stato di cui ha assunto la qualifica di capo sino alla sua fuoriuscita. Fino a quel momento “ha costituito il riferimento operativo di tutte le ramificazioni operanti nelle aree geografiche di riferimento dove insistono distaccamenti dello Stato teorico”.
La struttura era stata concepita sulla falsariga del principato di Andorra, retto da due «coprincipi», il vescovo della diocesi catalana di Urgell e il presidente della Francia. Ma più verosimilmente lo Stato di San Giorgio, che si era fatto credere fosse territorialmente situato in Antartide, all’estremo Polo Sud, proprio per far allontanare i sospetti, era stato concepito dagli organizzatori come una novella Isola delle Rose , la piattaforma artificiale nell’Adriatico che l’ingegnere bolognese Giorgio Rosa, nel 1968, proclamò Stato indipendente. Mai comunque riconosciuta da nessun Paese al mondo.
Agli arresti anche un ex carabiniere. Contestati l’associazione e la truffa
La sede diplomatica
Allo Stato di San Giorgio la Digos di Catanzaro, guidata da Antonio Calio, è arrivata quasi per caso. Il 7 aprile del 2021 la polizia bussò alla porta di uno stabile di Catanzaro Lido per fare una perquisizione, dopo una soffiata che indicava quel luogo come ritrovo di spaccio. Sull’uscio si presentarono due distinti signori con documenti diplomatici e timbri dell’ambasciata dello Stato di San Giorgio. Lo stupore fu enorme. Il dirigente della Digos volle vederci chiaro e qualche settimana dopo guidò personalmente una squadra con l’intento di perquisire l’appartamento. Arredato di tutto punto, con salotti liberty e quadri d’autore, l’appartamento aveva tutte le caratteristiche di una sede diplomatica, anche se era ovviamente farsesco immaginarla a Catanzaro Lido. L’accurata perquisizione della Digos portò, invece, a scoprire una sede clandestina per affari illeciti. La verifica della documentazione sequestrata, le intercettazione sulle utenze delle dodici persone arrestate e le decine di interrogatori cui sono stati sottoposti le persone truffate dal sostituto procuratore della Repubblica Saverio Sapia hanno dato corpo alla storia di uno Stato che non è mai esistito, se non sulla carta.
Aliquote del 5 per cento
Ed è così venuto fuori che centinaia di imprenditori spontaneamente dichiaravano di aver perso i documenti per diventare «cittadini» dello Stato di San Giorgio con l’illusione di ottenere benefici fiscali con mirabolanti aliquote del 5%. L’inchiesta ha, inoltre, scoperto una presunta frode finanziaria pari ad almeno 400 mila euro, depositati dall’organizzazione in una banca di Malta.
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