
Soldi per superare i concorsi: indagato anche ex presidente della BPS
Si facevano pagare da 2 mila a 8 mila euro, garantendo il superamento di concorsi pubblici o l’assunzione in una società di trasporto ferroviario. Sono in corso perquisizioni a Roma, Spoleto e Massa Carrara, da parte dei finanzieri del Comando Provinciale di Perugia, su disposizione della Procura della Repubblica di Spoleto, nei confronti dei componenti di un’associazione a delinquere dedita al traffico di influenze illecite ed alla truffa.
Dopo quasi un anno di serrate indagini, la complessa ed articolata attività delle Fiamme Gialle umbre ha consentito di individuare in B.S., un soggetto romano sedicente appartenente ai servizi segreti italiani ma in realtà identificato quale “truffatore seriale”, il promotore dell’associazione criminale.Vantando importanti contatti e conoscenze all’interno delle Forze Armate, del Corpo di Polizia Penitenziaria, dello Stato di Città del Vaticano e della società di trasporto ferroviario “Italo Treno” S.p.a., B.S. ed i suoi complici si sono fatti consegnare, nel tempo, consistenti somme di denaro da circa 100 persone interessate all’ottenimento di un posto di lavoro, garantendo loro il superamento di concorsi pubblici ovvero l’assunzione nella società di trasporto.
Tra i nomi spunta anche quello dell’ex presidente della Banca popolare di Spoleto, Giovannino Antonini. Lo scrivono i giornali locali. Per i sette indagati, tutti a piede libero, la procura di Spoleto ha ipotizzato il reato di associazione a delinquere dedita al traffico di influenze illecite ed alla truffa. Gli accertamenti, che riguardano anche Lazio e Toscana, sono partiti proprio dalla città umbra. Antonini, sempre con i giornali locali, respinge comunque ogni accusa. “Ho segnalato i nomi di giovani che cercavano lavoro – ha sostenuto – ma senza mai prendere un soldo. Alla Banca ho assunto 500 persone. Io li segnalavo a questo signore dei servizi segreti (un sedicente appartenente considerato dagli investigatori promotore dell’ associazione – ndr) che avevo conosciuto a Roma. Cosa facessero loro poi non lo so. Ma io non c’ entro niente”.
Come funzionava il meccanismo: Per guadagnare la fiducia degli ignari “clienti”, B.S. organizzava appositi incontri, documentati dai finanzieri con intercettazioni, pedinamenti ed appostamenti, a cui prendevano parte, di volta in volta, un falso generale dell’Esercito Italiano, un asserito principe a capo di un ordine cavalleresco, un Vescovo non appartenente alla Chiesa Cattolica ed un alto ufficiale della Polizia Penitenziaria.
Forniti anche falsi quiz precompilati
Nel corso degli incontri veniva richiesta agli aspiranti tutta la documentazione necessaria per partecipare ai concorsi (curriculum, fotografie formato tessera, certificati di residenza e dei carichi pendenti, ecc.). In alcune circostanze, sono stati forniti anche falsi quiz precompilati, necessari al superamento delle prove concorsuali, che venivano fatti firmare agli interessati. Altre volte, infine, sono stati organizzati veri e propri esami clinici e visite mediche presso un noto centro diagnostico romano.
Una volta ottenuta la somma richiesta, variabile tra 2.000 e 8.000 euro, che veniva corrisposta in contanti o mediante versamento su carte prepagate, la stessa veniva spartita tra i componenti dell’associazione. Poi, a seguito del mancato superamento dei concorsi, venivano fornite ai soggetti truffati una serie di rocambolesche giustificazioni per evitare la restituzione del denaro.
L’attività condotta dal Gruppo Tutela Economia del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle perugine, in sinergia con la Procura della Repubblica di Spoleto, rientra nel più ampio dispositivo di contrasto alle fenomenologie criminali che colpiscono le fasce più a rischio della popolazione. Per questo motivo, chiunque dovesse ritenersi parte offesa nelle vicende descritte è invitato a sporgere denuncia presso gli Organi competenti.
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