Ricoveri nei corridoi, all’ospedale di Terni, zero privacy, cure pubbliche e bombole d’ossigeno viaggianti 📸 FOTO

Ricoveri nei corridoi,

Ricoveri nei corridoi, all’ospedale di Terni, zero privacy cure pubbliche e bombole d’ossigeno viaggianti

Assenza di privacy, il paziente rischia di “subire” cure igieniche plateali e pubbliche e, poi ancora, mancanza di campanello per avvisare delle necessità, lontananza da una sorgente elettrica vicina per l’utilizzo di apparecchi medicali, assenza di fonte di ossigeno disponibile e bombole d’ossigeno viaggianti. Questo comporta il ricovero in un letto di corridoio all’ospedale Santa Maria di Terni.

A denunciare queste criticità è la Segreteria Territoriale FSI-USAE di Terni, che invia alcune foto dei letti nel corridoio scattate il 29 marzo scorso. “Ancora oggi – scrive -, troviamo pazienti ricoverati nei corridoi, il personale allo stremo per i carichi di lavoro e gli straordinari continui che non permettono ferie né riposi, abbiamo reparti in grande difficoltà, con poco personale sanitario e gli OSS che vengono più volte impiegati su più reparti”.

E’ poi scrive: “La dotazione d’infermieri di turno in reparto è ai minimi termini, rispetto al numero dei pazienti ricoverati nei posti letto. Un numero, significativo, di ricoveri in più, non è banale! Qualità e quantità non vanno propriamente a braccetto! La significativa modificazione dell’ambiente di lavoro ed il sovraccarico assistenziale, dovuto ai ricoveri sovrannumero, può essere fonte di problemi di sicurezza per gli operatori e per gli stessi pazienti”.

“Questa è la sanità Umbra che vogliamo?”si domanda il segretario Territoriale FSI-USAE di TERNI, Emanuele lannone. “Un grazie va fatto a tutto il personale tecnico/sanitario che con coscienza, professionalità e grande forza di volontà consente di garantire una adeguata risposata assistenziale, ma per quanto sarà possibile?” – aggiunge -.

La scrivente Segreteria FSI-USAE chiede “l’intervento immediato da parte della Direzione Generale Aziendale e delle autorità competenti per il miglioramento della qualità assistenziale dei pazienti e miglioramento della qualità lavorativa degli stessi operatori che si trovano a volte a dover gestire pazienti anche covid all’interno di reparti di degenza senza le dovute zone filtro e gli idonei dispositivi e percorsi per la salvaguardia della propria salute e dell’utenza”.



 

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