Restituiti 28 reperti archeologici alla Soprintendenza dell’Umbria
Restituiti 28 reperti archeologici – Sono stati restituiti allo Stato italiano ventotto reperti archeologici, recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) in seguito alla segnalazione di un cittadino di Terni. Gli oggetti erano stati rinvenuti per caso durante la sistemazione degli effetti personali di un parente defunto.
Il ritrovamento è avvenuto quando un uomo, riordinando la cantina di casa, ha scoperto una cassa contenente un insieme di manufatti antichi. Consapevole del possibile valore storico di tali oggetti, ha prontamente contattato la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. In conformità con le leggi che regolano il ritrovamento e la detenzione di beni culturali in Italia, gli oggetti sono stati segnalati alle autorità competenti, avviando così la procedura di restituzione allo Stato.
I Carabinieri TPC di Perugia sono intervenuti dopo la segnalazione della Soprintendenza, svolgendo un’accurata indagine per verificare la provenienza e la legittimità del possesso dei reperti. Nonostante non fossero elencati nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, si è stabilito che, in mancanza di documentazione che ne provasse la lecita detenzione, i manufatti appartenevano allo Stato, come previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004).
Gli esperti archeologi del Ministero della Cultura (Mic) hanno esaminato i reperti, identificandoli come bronzei e ceramici di origine etrusco-meridionale, etrusco-corinzia ed etrusco-falisca, databili tra l’VIII e il III secolo a.C.. Questi manufatti, sebbene di modesto valore economico stimato attorno ai 30.000 euro, rivestono un’importante valenza storica e culturale per la collettività.
Calendario eventi:
- Perugia: Restituzione dei reperti alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Ministero della Cultura, orario: 10:00.
Il cittadino che ha ritrovato i reperti ha agito in conformità con le norme che regolano il ritrovamento di beni archeologici, contribuendo così alla protezione del patrimonio culturale italiano. La Soprintendenza ha proceduto a catalogare gli oggetti, confermandone la rilevanza storica.
L’operazione dei Carabinieri TPC si inserisce nel contesto delle attività di tutela e recupero del patrimonio culturale italiano, che include il contrasto al traffico illecito di opere d’arte e il recupero di beni sottratti illegalmente. Questa restituzione evidenzia l’importanza della collaborazione tra cittadini e istituzioni per la salvaguardia della storia e dell’identità culturale del Paese.
Negli ultimi anni, numerose sono state le operazioni simili portate a termine dai Carabinieri dell’Arte, volte a recuperare e restituire al pubblico manufatti di valore storico, spesso provenienti da scavi clandestini o acquisiti illegalmente. Queste azioni contribuiscono non solo alla conservazione dei beni, ma anche alla diffusione della cultura della legalità, essenziale per proteggere il patrimonio comune.
La restituzione dei reperti alla Soprintendenza rappresenta un ulteriore passo verso la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale, con l’obiettivo di preservare e rendere accessibili a tutti i “frammenti” della nostra storia. Le operazioni condotte dai Carabinieri TPC non solo rafforzano la tutela del patrimonio artistico, ma contribuiscono anche alla crescita della consapevolezza civica riguardo l’importanza della conservazione dei beni culturali.
Questa vicenda sottolinea l’importanza della legislazione in materia di beni culturali, che garantisce che le scoperte archeologiche siano correttamente segnalate e gestite per il bene collettivo, assicurando che la storia e il patrimonio del nostro Paese possano essere tramandati alle generazioni futuro.
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