Decreto carceri, Giuseppe Caforio, manca una qualsiasi volontà di risolvere il problema

Decreto carceri, Giuseppe Caforio,

Decreto carceri, Giuseppe Caforio, manca una qualsiasi volontà di risolvere il problema

Mentre il Parlamento licenziava il decreto carceri in pari orario vi è stato l’ennesimo Suicidio di un detenuto a Prato. 66 dall’inizio dell’anno che si inseriscono in una tragedia generale delle carceri italiane dove ormai questa situazione è diventata ‘normale’.

C’è il rischio di assuefarsi a questa realtà e di finir per considerare le tragedie dei numeri sui quali fare solo statistiche. La responsabilità è di chi ha tralasciato per decenni di affrontare il problema sul presupposto che non produca consenso; di chi oggi si rifiuta di cogliere la gravità del momento, poiché prima o poi le situazioni estreme esplodono (stanotte altra sommossa nel carcere di Campobasso con feriti) e anche in Umbria la situazione nelle carceri è tesissima e vicina all’esasperazione.

In carcere si muore perché manca tutto a fronte di problemi evidenti (dal caldo estremo al sovraffollamento, alla cimici, alle blatte, alla violenza, alla solitudine) ma soprattutto manca la cultura della speranza che si costruisce ricreando le condizioni perché i detenuti possano pensare di rifarsi una vita o di uscir diversi.

Mancano scuole, mancano laboratori, fabbriche interne, collegamenti strutturati con il mondo esterno della produzione o dei servizi.

Manca l’umanità della detenzione, e la continuità affettiva, tanto che a fronte di una decisione fondamentale della corte Costituzionale, si rifiuta di fatto la affettività in carcere consolidata invece in moltissimi altri paesi.

Mancano poliziotti e quelli che ci sono fanno miracoli, improvvisandosi assistenti sociali, psicologi, con uno spirito di solidarietà umana che purtroppo a volte li travolge, con anche il fenomeno dei suicidi nelle fila degli uomini della penitenziaria.

Manca infine una qualsiasi volontà di risolvere il problema che il cd decreto carceri non affronta nei suoi aspetti essenziali.

Se è positivo aver previsto l’assunzione di 1000 agenti della Polizia Penitenziaria, bene l’aumento delle telefonate come l’avvio dei tossicodipendenti è politici presso le Comunità, per il resto c’è ancora da fare e tanto. Ne è consapevole lo stesso ministro Nordio che ha chiesto in incontro al Presidente Mattarella.

Ieri una delegazione dei garanti territoriali ha incontrato il Ministro per esprimere insoddisfazione sul contenuto del decreto che poteva essere molto più incisivo. Il decreto lo possiamo considerare un inizio positivo ma l’opera va completata e la strada è ancora lunga e costellata da tanta sofferenza e degrado umano.

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