
Anita Mariani ex operaia di Cucinelli sfida licenziamento per mascherina
Anita Mariani, la giovane sarta che ha affrontato il licenziamento da Cucinelli Spa all’inizio dell’estate 2022 per essersi opposta all’obbligo di indossare la mascherina sul luogo di lavoro, continua la sua battaglia legale. Questa mattina, presso il tribunale civile di piazza Matteotti a Perugia, si dovrebbe tenere l’udienza in merito al suo caso. Nel frattempo, fuori dal Palazzo di Giustizia, è previsto un sit-in di sostegno.
La vicenda di Anita Mariani ha inizio quando si rifiutò di indossare la mascherina per l’intero turno di lavoro, definendo questa imposizione come un abuso di potere senza alcun fondamento di legge. Questo gesto di disobbedienza alle direttive aziendali la portò al licenziamento. Mariani ha visto in questo atto una minaccia al suo diritto e una negazione di decenni di lotte sindacali. È importante notare che Anita è anche una sindacalista della Fisinazionale e ha criticato duramente i sindacati che, a suo dire, hanno accettato un protocollo che imponeva ai lavoratori l’uso costante della mascherina, anche quando il distanziamento sociale avrebbe garantito condizioni di sicurezza.

La giovane operaia ha ricevuto un forte sostegno dal Fronte del Dissenso nella sua lotta contro il licenziamento da Cucinelli Spa, continuando a battersi per i suoi diritti e per una maggiore chiarezza in merito alle norme aziendali.
“Non ritengo che sia un dispositivo opportuno – disse la dipendente – perché potrebbe provocare l’ipercapnia attraverso l’inalazione delle particelle del materiale di cui è fatta la mascherina. Io non voglio assolutamente rischiare la mia salute per delle imposizioni dettate dalle parti sociali che comunque di rango secondario rispetto alla Costituzione che è di rango primario e quindi io mi appello alla Costituzione e spero che questo serva a qualcosa anche per le altre persone, per i bambini che vengono imbavagliati ingiustamente a scuola ed obbligati a restare ore e ore senza senza respiro, inalando la propria anidrite carbonica, che sapete fa molto male”.
“Noi abbiamo portato informazioni tecniche, documenti scientifici, articoli tecnici e medici tratti dai giornali più importanti di medicina perché il piano su cui noi ci muoviamo è appunto tecnico. E’ quanto dichiara l’avvocato Chiara Attala, il legale di Anita Mariani. Abbiamo portato la nostra consapevolezza, la nostra informazione, confidiamo che il giudice del lavoro, come giudice per eccellenza della tutela della salute e di sicurezza di tutti i lavoratori faccia alla sua opera di informazione e di cultura e prenderà una posizione giusta, equa a tutela di tutti i lavoratori, non solo di Anita, ma anche della dignità umana che sta dietro ogni persona. La linea difensiva alla fine di controparte non è stata contestare gli articoli medici, i protocolli che abbiamo appunto evidenziato, ma anche l’applicazione normativa, ma è stato detto io faccio quello che dice Confindustria. Mi dispiace per noi non era accettabile”.
Pieno sostegno a questa lavoratrice. Per oltre un anno abbiamo subito le imposizioni di un governo, quello sì (aldilà delle definizioni) fascista. Imposizioni dettate dai poteri forti delle multinazionali e delle banche. Ma c’è chi ha detto e dirà sempre NO!