Sequestro Valnestore, Solinas, giusto indagare, ma massima cautela
«Le autorità giudiziarie e il Noe, indubbiamente, fanno il loro dovere, e devono prendere precauzioni per tutelare la salute dei cittadini e soprattutto indagare approfonditamente su quanto c’è nel passato della Valnestore». Lo ha detto ai nostri microfoni Attilio Solinas, presidente della Commissione sanità della Regione Umbria. «C’è da capire – aggiunge – quanto questo deposito di ceneri di lignite, che è durato per decenni, quanto possano aver determinato danni nell’ambiente». E’ cosa arcinota che le ceneri di lignite contengono dei metalli pesanti e derivati di idrocarburi che possono, in teoria, avere effetti nocivi sulla salute delle persone. «Questa è una cosa – sottolinea Solinas – che va, tassativamente, indagata. Io, personalmente, avrei avuto delle cautele ad assegnare una etichetta così negativa al territorio della Valnestore».
Si sa che i media su questo “danno il loro contributo” e tutta l’area, prendendo spunto dalla Campania, è diventata la “Valle dei fuochi”. «Quello – da notare il presidente – e’ un territorio ricco di attività imprenditoriali, agricole, turistiche e persino di pesca sportiva». Solinas, insomma, non vuol precorrere i tempi, ma vuole attendere quello che sarà il pacchetto che gli investigatori prepareranno con le loro indagini. «Le prime risultanze delle indagini sanitarie – spiega Solinas – non sembrerebbero dimostrare un incremento di tumori negli abitanti che vivono nella Valnestore e ricordo che il cancro è una malattia che è determinata geneticamente. Una persona, per avere un cancro, deve avere una predisposizione genetica». I fattori ambientali, quindi, interverrebbero quindi sono se si è in presenza di questa predisposizione genetica.
«Prima di dimostrare che un fattore ambientale ha una predisposizione cancerogenetica – spiega – ci vogliono anni e anni di ricerche». In sostanza, secondo il presidente della Commissione Sanità della Regione Umbria, prima di arrivare a “conclusioni azzardate bisogna avere molta cautela“. Certo è che le indagini devono essere fatte, lo ricordiamo sulla vicenda, oltre ai Carabinieri del Noe, sta indagando il personale dell’Arpa e della Usl Umbria 1. Alla domanda relativa alla preoccupazione diffusa che c’è tra i cittadini della Valnestore Attilio Solinas risponde, più da medico, che da membro dell’Assemblea legislativa.
«E’ chiaro – afferma – che le famiglie che hanno avuto numerose morti per cancro e che vivono in Valnestore si sono preoccupate. Da medico, però, ripeto che famiglie con numerosi casi di cancro esistono dappertutto. Questo, come detto, è dovuto ad una predisposizione genetica. Imputare questo, ad un fattore ambientale, deve essere il risultato di una serie di ricerche». Solinas, poi, stigmatizza il fatto che su questa vicenda si sia scatenata una polemica politica e mediatica. Cautela estrema, quindi, secondo l Presidente della Commissione sanità, per non tacciare un territorio così importante per l’Umbria di essere una zona ad alto rischio. «Facendo dell’ironia e scherzando – aggiunge – ho detto, allora bisognerà sequestrare tutti gli scaffali con le sigarette dai tabaccai. Lì sicuramente abbiamo una causa certa e accertata di cancro. Se poi c’è un sequestro cautelativo di un territorio, ovviamente, questa è la procedura che va seguita, ma aspetterei i risultati prima di arrivare a conclusioni azzardate».
Solinas ha detto anche che si aspetta di verificare personalmente i risultati epidemiologici della Asl, e dai registri dei tumori noi sapremo se c’è stato o meno un incremento di neoplasie nella zona interessata. «Personalmente – aggiunge – ho qualche dubbio. Ma rispetto le preoccupazioni e le paure dei cittadini, della Valnestore e se avrò occasione li convocherò anche in commissione per farli parlare ed esprimere le proprie preoccupazioni». Con quel tipo di polveri, quindi, non ci sono correlazioni con tumori di qualsiasi genere. «L’Asl – conclude – verificherà anche questo. Io ho avuto dei colloqui informali, ufficiosi, con alcuni colleghi epidemiologi della Asl che mi hanno, per ora, rassicurato sui dati evidenziati nel registro tumori. Non va dimenticato che dagli anni 60 e 70, da quando si è cominciata la deposizione delle ceneri di lignite in quel territorio all’epoca non c’era una coscienza ecologica, prima di tutto, e non c’erano norme rigide come quelle che abbiamo ora». Con questo, quindi, Solinas vuol dire che nel corso di quei decenni passati sono state depositate grandissime quantità di ceneri e se questo avesse douto avere effetti cancerogeni, nel corso degli anni, sarebbe stato drammatico. «Non vuol dire – aggiunge infine – negare l’evidenza, né non appoggiare l’indagine della magistratura, e di tutti coloro che stanno indagando, ma serve, per forza, attendere i risultati di questa indagine».
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