Accesso ai sentieri con veicoli a motore: Polemiche senza fine. Cortona, MotoTurismo, servono norme e non divieti
L’emendamento 1955 bis, proposto dalla consigliera regionale della Lega, Manuela Puletti, e approvato lo scorso 20 dicembre, ha sollevato polemiche in Umbria. Questo emendamento, che disciplina l’accesso dei veicoli a motore sui sentieri regionali, è stato criticato dai consiglieri di minoranza dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.
I consiglieri, tra cui Meloni, Bettarelli, Bori, Paparelli, De Luca, Fora, Porzi, e Bianconi, hanno espresso la loro preoccupazione per la mancanza di risorse sufficienti e tempi adeguati per attuare la norma. Hanno sottolineato che l’emendamento è stato approvato frettolosamente, senza considerare adeguatamente gli effetti di una norma che riguarda l’accesso alle strade secondarie della regione.
Inoltre, i consiglieri di minoranza hanno espresso il loro disappunto per la mancata partecipazione con i soggetti pubblici e privati coinvolti. Hanno rilevato che le risorse messe a disposizione dalla Giunta Regionale, ovvero solo 10 mila euro, sono del tutto insufficienti a garantire la minima gestione degli accessi.
I consiglieri hanno ribadito che un provvedimento così importante, per le sue ricadute ambientali, gestionali, amministrative e turistiche, avrebbe meritato maggiore cura e attenzione. Hanno sottolineato che si tratta di un unicum a livello nazionale che rischia di snaturare l’immagine di una regione che è sempre stata attenta alla salvaguardia del territorio.
Per questo motivo, i consiglieri di minoranza si sono detti disponibili a rivalutare l’atto attraverso la definizione di un progetto di legge bipartisan. Questo progetto dovrebbe tenere in debita considerazione il grado di compatibilità ambientale e di fruibilità delle singole strade di accesso ai fondi boschivi, agricoli e ai pascoli. Hanno proposto di avviare un processo di ricognizione e mappatura dettagliata delle strade.
Infine, i consiglieri hanno sottolineato che stiamo parlando di ciò che l’Umbria ha di più prezioso, ovvero, del suo paesaggio. Hanno quindi espresso il desiderio che si possa realizzare quanto prima la necessaria partecipazione con tutti i soggetti istituzionali e associativi coinvolti.
Comprendendo la lettera inviata da 23 Sindaci ai vertici della Regione Umbria e delle vari associazioni ambientaliste in risposta al provvedimento approvato nell’ambito della sessione di Bilancio 2024-2026 della regione Umbria a firma della Consigliera Puletti relativo al divieto di transito ai veicoli a motore solo nei tratti di strade, sentieri, strade di servizio ai boschi segnalate (tabellate) ma mi preme, in qualità di Presidente dell’Associazione MotoTurismoUmbria e del suo Consiglio Direttivo, di difendere anche gli interessi dei motociclisti e delle motocicliste umbre.
I concetti di turismo di prossimità, turismo esperienziale, turismo di territorio, turismo responsabile e turismo sostenibile (o ecosostenibile) fanno parte del DNA del turista che viaggia in moto.
Il territorio umbro rappresenta un’opportunità da esplorare secondo i diversi livelli di interesse del mototurista e una possibilità di avere un contatto autentico con stili di vita diversi dai propri, vivendo esperienze di conoscenza profonde dal punto di vista estetico, intellettuale o emotivo.
Secondo i codici etici della sostenibilità, codici che possono essere sottoscritti e inglobati dal mototurismo di territorio, l’attività moto turistica rappresenta già una parte attiva del settore economico e sociale dell’Italia tutta.
Una recente indagine condotta dalla società di ricerche JFC, pubblicata da Il Sole 24 Ore, sul mercato generato dal turismo in moto, restituisce un quadro molto interessante, con numeri di tutto rispetto: si parla di un fatturato, per l’Italia, di circa due miliardi di euro, di cui più di metà generato dagli stranieri in visita nel nostro Paese, per un totale di circa 12 milioni di presenze.
Il turismo in moto coinvolge un milione e mezzo di italiani con un’età media di 48 anni.
La spesa media si attesta intorno ai 1.500 euro per una vacanza in Italia, arrivando a 4.000 euro per un viaggio all’estero.
Comprendo bene le esigenze e gli interessi dei Sindaci legati al rispetto dell’ambiente e del turismo, la nostra associazione da tre anni si occupa di far conoscere e intercettare nuovi target turistici che desiderano fare turismo in moto nel rispetto dell’ambiente, delle norme del codice della strada, della tranquillità di coloro che vivono nei luoghi turistici umbri.
Il o la mototurista, endurista, stradaiola, chopperista, non sono ospiti di serie B ma sono cittadini che meritano lo stesso rispetto di chi circola in bici, a piedi, del turista slow o qualsiasi altra definizione legata alla scoperta di un territorio. Spesso ci troviamo in grandi difficoltà per mancanza di parcheggi a noi dedicati, di scarsa attenzione degli albergatori per i nostri mezzi, di fondi stradali sconessi e pericolosi, di itinerari e ztl che vietano il transito anche alle moto, di strade bianche non segnalate e vietate dai comuni e dove veniamo multati regolarmente.
Quello che mi sento di chiedere a tutte le autorità, le associazioni, ai Sindaci è un impegno comune, un lavorare insieme per delineare un panorama legislativo che non sia solo un vietare in maniera indiscriminata ma un cooperare e trovare soluzioni nell’interesse di tutti, dell’ambiente, dei cittadini, del turismo in arrivo in Umbria.
Il cuore verde d’Italia o, come l’ha definita lo storico Pompeo De Angelis “l’isola senza mare” è una regione che affonda le sue radici nel passato ma che mostra anche un futuro possibile dove la sostenibilità e l’arte di
vivere insieme tra TUTTI i portatori di interesse, sarebbe la vera scommessa.
L’Umbria non può essere solo attraversata solo da pochi, pretende di essere vissuta da TUTTI, altrimenti si nasconde allo sguardo.
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