
Pensionati ridotti allo stremo, e diminuisce anche il numero in Umbria
La crisi economica e sociale che dal 2008 ha colpito l’Umbria ha fatto scendere molti indicatori: il PIL, il reddito pro-capite, gli investimenti. Ma in tutti questi anni parallelamente all’innalzamento dell’aspettativa di vita, che ha riguardato sia i maschi che le femmine, è andato costantemente crescendo nella nostra regione il numero dei pensionati.
Ora invece anche questo dato ha subito un’inversione.
© Protetto da Copyright DMCA |
Infatti dai dati resi noti dal CIV dell’INPS nel novembre 2019, nell’anno in corso il numero dei pensionati nella nostra regione è diminuito.
Numero pensionati suddivisi per genere 2018/2019
2018 | 2019 | ||||
Femmine | Maschi | Totale | Femmine | Maschi | Totale |
134.177 | 117.662 | 251.839 | 133.427 | 117.882 | 251.309 |
Come si evince dalla tabella la riduzione del numero dei pensionati è 530 unità e riguarda le femmine con -750, mentre il numero dei pensionati maschi continua a crescere con un + 220. Rimane chiaramente altissima la percentuale dei pensionati sulla popolazione residente della nostra regione, più alta della media nazionale.
Infatti mentre in Italia l’incidenza dei pensionati sul totale della popolazione residente è pari al 25%, in Umbria tale percentuale sale al 28,5%.
Inoltre l’altro problema rilevante è quello relativo al potere di acquisto delle pensioni, in costante diminuzione e soprattutto è consistentemente più basso della media nazionale. La situazione delle pensioni erogate nella Provincia di Perugia è la seguente:
Anzianità | Vecchiaia | Invalidità | Superstiti | Totale |
73.386 | 64.540 | 20.076 | 52.297 | 210.299 |
Chiaramente per quanto riguarda il dato relativo alla provincia di Perugia il numero delle pensioni è superiore a quello dei pensionati perché alcune prestazioni (soprattutto quelle dei superstiti) sono aggiuntive, nel senso che ci sono persone che usufruiscono di più prestazioni.
Comunque il dato più rilevante è relativo al fatto che solo 7.305 di queste prestazioni erogate sono superiori a 2.000 euro netti mensili.
La gran parte delle prestazioni è schiacciata su importi bassissimi: 27.686 pensioni sono inferiori a 249 euro mensili, 47.179 pensioni sono collocate tra 250 e 499,9 €, mentre ben 96.631 prestazioni pensionistiche si collocano tra 500 e 749,9 € mensili.
Questi dati dimostrano con nettezza l’esigenza di adeguare il potere d’acquisto delle pensioni, che collocano una parte dei pensionati in una situazione di sostanziale povertà./Mario Bravi
Commenta per primo