
Infettivologa, caso West Nile Foggia primo in Puglia dopo 10 anni
Infettivologa – Il caso di West Nile in un paziente ricoverato a Foggia “è il primo autoctono registrato in Puglia quest’anno, a dieci anni dall’ultimo caso registrato nella stessa provincia. Nel 2013 fu accertato anche un altro caso nella Regione, ma si trattava di una donna residente in un’area endemica per il virus che era stata punta presumibilmente da zanzare infette nella sua regione prima del viaggio in Puglia”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Maria Chironna, ordinaria di Igiene e responsabile del laboratorio di Epidemiologia molecolare e Sanità pubblica del Policlinico di Bari, laboratorio regionale di riferimento per le arbovirosi in Puglia.
In Italia i casi di infezione da West Nile, ricorda Chironna, “si verificano da diverso tempo, soprattutto al centro-nord. Negli ultimi anni, in particolare, si sta assistendo ad un aumento del numero di regioni e province con circolazione autoctona del virus”. I maggiori problemi “si verificano nei mesi estivi, e la sorveglianza è massima tra maggio e novembre. Da decenni sono in atto cambiamenti climatici che non possono più essere negati e che portano a ripercussioni anche dal punto di vista della sanità pubblica. Infatti, molti vettori possono diventare competenti per agenti patogeni – spiega – ed essere in grado di dare infezioni e malattie anche nell’uomo. La tropicalizzazione del clima alle nostre latitudini può facilitare la diffusione di altri vettori pericolosi perché possibili portatori di malattie diffuse in altre aree geografiche”.
Per quanto riguarda la sorveglianza “ad ora, la sorveglianza entomologica a campione sulle zanzare e su altre specie di animali previste dal piano nazionale, ha evidenziato positività su pool di insetti prelevati nella provincia Bat, Barletta, Andria, Trani. Anche l’accertamento di infezione nell’uomo, come per il caso autoctono nella provincia di Foggia, fa scattare l’allarme in tutta l’area, anche senza precedente riscontro di circolazione del virus nei vettori. La peculiarità delle infezioni da Wnv e delle altre arbovirosi è che si tratta di malattie infettive non trasmissibili da uomo a uomo. L’infezione viene trasmessa all’uomo e ad altri animali come i cavalli dalle zanzare comuni del genere Culex, che a loro volta acquisiscono il virus da animali selvatici, loro principale serbatoio. L’uomo è quindi solo un ospite accidentale”, conclude Chironna.
(Frm-Ram/Adnkronos Salute)
La West Nile è una malattia virale che si diffonde principalmente attraverso le punture di zanzare infette. È causata dal virus West Nile (WNV), che appartiene alla famiglia dei Flavivirus ed è trasmesso principalmente dalle zanzare del genere Culex. Questo virus è endemico in diverse parti del mondo, comprese le Americhe, l’Africa, l’Europa e l’Asia.
La maggior parte delle persone infettate dal virus West Nile non manifesta sintomi, mentre alcune possono sviluppare una malattia lieve chiamata West Nile fever, caratterizzata da febbre, mal di testa, affaticamento e dolori muscolari e articolari. In casi più rari, la malattia può evolvere in una forma grave chiamata West Nile neuroinvasive disease, che può coinvolgere il sistema nervoso centrale e causare sintomi più gravi, come encefalite o meningite.
La prevenzione della West Nile coinvolge principalmente il controllo delle zanzare attraverso il controllo dell’habitat e l’uso di repellenti per insetti. Non esiste un trattamento specifico per la malattia, quindi la prevenzione è fondamentale. La sorveglianza dei casi e la comunicazione efficace tra le autorità sanitarie e il pubblico sono anch’esse importanti per prevenire e gestire eventuali epidemie.
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