Sequestro patrimoniale a pluripregiudicato calabrese, è un estorsore

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Sequestro patrimoniale a pluripregiudicato calabrese, è un estorsore

La Guardia di Finanza di Perugia, su delega della Procura Generale di Perugia, ha dato esecuzione ad una Ordinanza di confisca emessa dalla Sezione Penale della locale Corte di Appello ai sensi dell’art. 240 bis c.p. [ex art. 12 sexies D.L. 306/92 (convertito dalla Legge del 7 agosto 1992 n. 356)]. Nel 2017 il sequestro dell’intero compendio patrimoniale ed oggi la definitiva confisca.

«I beni – comunica un dispaccio della Procura generale retta da Fausto Cardellasono stati definitivamente confiscati ad un pregiudicato di origine calabrese, da anni residente a Perugia. Al suo attivo svariati precedenti di polizia per reati inerente il traffico di traffico di sostanze stupefacenti nonché una condanna nell’anno 2014 per il reato di estorsione».

Confisca patrimoniale a pluripregiudicato calabrese, è un estorsore
Immagini di repertorio

La Procura Generale nel 2017, proprio da tale condanna – ritenuto presupposto soggettivo imprescindibile all’avvio degli accertamenti di natura patrimoniali – ha dato incarico al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Perugia di individuare l’intero patrimonio del condannato: attraverso un’approfondita ricostruzione storica.

La Procura Generale, , ha dato incarico al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Perugia di individuare l’intero patrimonio del condannato: attraverso un’approfondita ricostruzione storica, «E’ stata documentataè scritto nel comunicato – l’esistenza di immobili, conti correnti ed investimenti finanziari, autoveicoli e partecipazioni societarie nella disponibilità, diretta ed indiretta, del condannato, di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati nel periodo della loro acquisizione».

Sulla scorta degli esiti degli accertamenti patrimoniali svolti dalle Fiamme Gialle, la Procura Generale ha chiesto ed ottenuto nello stesso anno, dalla Corte di Appello, il sequestro preventivo sui predetti beni.

La norma applicata prevede che, prima dell’emissione provvedimento definitivo di confisca, al condannato sia concessa la possibilità di illustrare le proprie giustificazioni, a dimostrazione della lecita provenienza del patrimonio sequestrato.

Durante il contraddittorio ed all’esito delle numerose udienze, la Sezione Penale della Corte di Appello di Perugia, dopo aver valutato attentamente gli elementi forniti ed aver verificato la sussistenza di tutti i presupposti, ha condiviso le argomentazioni tecnico- giuridiche della Procura Generale, disponendo la confisca della quasi totalità dei beni sequestrati, per un valore complessivo di euro 300.000,00.

Il sequestro effettuato nei giorni scorsi testimonia l’obiettivo strategico della Procura Generale nel voler fronteggiare le accumulazioni illecite da parte dei soggetti condannati per reati particolarmente allarmanti, e di restituirle alla collettività.

Determinante è stata la sinergia investigativa tra il GICO del Nucleo P.E.F. di Perugia e l’aliquota G. di F. che collabora con la locale Procura Generale presso la Corte d’Appello, attraverso la struttura denominata U.Ge.C.O. (Ufficio Generale, Coordinamento e Organizzazione).

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