
Guardie giurate dimenticate: il 2 maggio sarà sciopero
Stipendi molto bassi e fermi da anni, rischi reali per la propria incolumità e (in particolare durante la pandemia) per la salute personale, aggressioni subite, situazioni di pericolo addirittura di vita come in recenti gravissimi episodi di cronaca che hanno interessato anche la nostra regione: la situazione di lavoratrici e lavoratori della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza (circa 1500 addetti in Umbria) è davvero arrivata a livelli di insostenibilità senza precedenti.
Fonte Ufficio Stampa Cgil
Da oltre 6 anni e mezzo senza il rinnovo del contratto nazionale scaduto, le guardie giurata, insieme ai loro sindacali, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno deciso di scendere in sciopero. Lo faranno il prossimo 2 maggio, e anche l’Umbria parteciperà alla protesta e alla manifestazione nazionale organizzata a Roma, come è stato annunciato stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Camera del Lavoro di Perugia dai tre sindacati di categoria, con la presenza di alcuni addetti del settore in Umbria.
Un fattore che si inserisce in un contesto già fortemente difficile per un’attività basata su contratti di appalto pubblici e privati, in cui la mancata definizione di norme adeguate per la tutela della professionalità e dell’occupazione espone migliaia di persone alla mera logica del massimo ribasso.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, si sono già rivolte al prefetto di Perugia, e hanno ottenuto l’impegno alla creazione di un osservatorio sul settore, con un tavolo permanente per evitarne la dequalificazione. Ma i sindacati denunciano il colpevole “silenzio” delle Istituzioni, a partire dai ministeri dell’Interno e del Lavoro che, “irresponsabilmente”, secondo i sindacati, non esercitano la funzione di controllo e intervento loro assegnata dalle norme vigenti.
“Un comportamento ancor più inaccettabile se riferito a lavoratori e lavoratrici che quotidianamente garantiscono la sicurezza privata e pubblica, come ampiamente dimostrato dal lodevole impegno espresso durante l’intera fase emergenziale sanitaria, spesso facendosi carico di compiti impropri in nome dell’interesse generale”, concludono i sindacati.
Commenta per primo