
Soccorso alpino speleologico dell’Umbria, un grande lavoro nel 2017
da Matteo Moriconi, Vicepresidente
Soccorso alpino speleologico dell’Umbria
Le operazioni di soccorso in montagna e in ambiente impervio si basano sul lavoro di specialisti, in grado di garantire il successo delle missioni di soccorso. Gli oltre 90 tecnici, operatori, medici ed infermieri del Soccorso Alpino e Speleologico Umbria (SASU) operano per la sicurezza in montagna e in tutti gli ambienti impervi e ostili del territorio Regionale. Gli scenari d’intervento che vedono operare i Tecnici del SASU, Servizio Regionale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) sono vari: alpinismo, escursionismo, attività sportive e professionali in ambiente impervio ed ostile, ma anche ricerca di persone disperse e soccorso alla popolazione residente.
Per garantire un elevato standard d’intervento tutti gli operatori del SASU devono sottoporsi ad un dettagliato piano formativo, che dopo le verifiche d’accesso per entrare nel Corpo, garantisce un iter costante di addestramento e formazione. L’organo deputato a questo compito sono le Scuole Nazionali del CNSAS regolamentate dalla Legge 74/2001, ribadita anche nel decreto madia del luglio 2017, al quale si riafferma con la suddetta legge anche il coordinamento degli Interventi in ambiente impervio e ostile.
Il Soccorso Alpino e Speleologico Umbria nel 2017 ha effettuato più di 100 Interventi di soccorso tecnico di urgenza ed emergenza Sanitaria. Oltre cento anche le giornate effettuate in collaborazione con la Protezione Civile Regionale e Nazionale per il supporto alle popolazioni colpite dalle innumerevoli emergenze dello scorso anno, che hanno colpito oltre all’Umbria, anche le Regioni l Marche, Lazio e Abruzzo, una fra tutte quella all’Hotel di Rigopiano, dove i tecnici del SASU vennero impiegati per la durata di tutta l’emergenza.
Nello scorso anno i tecnici e operatori del SASU hanno effettuato tra missioni di Soccorso e attività formative ed esercitative oltre 45.000 ore/uomo di attività effettuata con professionalità, ma con lo spirito volontaristico, con un unico compenso: i ringraziamenti del malcapitato o dei suoi cari. Quella del tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico è una attività non retribuita, per la quale però viene richiesta un alta professionalità. Gli iter addestrativi a cui sono sottoposti infatti, sono dettati dai piani formativi delle scuole nazionali del CNSAS, in linea con i dettami sanciti dalla legge 74/2001.
Tutti i giorni dell’anno, di giorno e di notte e in qualsiasi condizione meteo, il SASU è pronto a intervenire in favore della collettività. Pedina essenziale di questa operatività è anche il tecnico di elisoccorso, presente sempre presso la base di elisoccorso 118 di Fabriano, servizio che copre anche la Regione Umbria. Il SASU è composto da tre Squadre: Alpina, Speleo e Forre. Una formazione lunga e complessa.
In questi giorni sulle montagne Regionali sono in corso numerosi eventi formativi e addestrativi che coinvolgeranno fino a domenica sia tecnici che sanitari, dalla formazione in grotta alla formazione alpina e forre, queste attività saranno concentrate per la maggiore nelle gole della Valnerina. In fine e non per ultima, perché non meno importante, la settimanale formazione delle Unità Cinofile sulle montagne ternane.
Quella del Soccorso Alpino e Speleologico è un’attività in continua evoluzione e approfittando del periodo di calma, sotto all’aspetto degli interventi di soccorso, gli uomini e le donne del Soccorso Alpino e Speleologico Umbria si addestrano per garantire un servizio sempre efficiente e al servizio della comunità.
Commenta per primo