“Il Cacciatore” di Michael Cimino: un capolavoro restaurato al Cinema Politeama Lucioli

Un viaggio emozionale tra gli orrori della guerra e la resilienza dell’amicizia

“Il Cacciatore” di Michael Cimino: un capolavoro restaurato

“Il Cacciatore” di Michael Cimino: un capolavoro restaurato al Cinema Politeama Lucioli

Il 29 maggio, il Cinema Politeama Lucioli accoglierà una proiezione speciale del capolavoro di Michael Cimino, “Il Cacciatore”, in una versione restaurata. La serata inizierà alle 20:15 con un’introduzione a cura di Sentieri del Cinema, seguita dalla proiezione del film.

“Il Cacciatore” è un’opera potente che esplora gli orrori specifici della guerra del Vietnam e le sue conseguenze devastanti sull’innocenza, le illusioni e l’amicizia. Il film mette in luce la bugia colossale che quella guerra ha rappresentato per un Paese ancora affascinato dal mito della Frontiera e della conquista, mentre in realtà stava creando un’apocalisse di sangue in nome della libertà.

Vincitore di cinque premi Oscar, tra cui miglior film, regia, attore non protagonista, montaggio e sonoro, “Il Cacciatore” fonde l’epica e l’intimismo in un’unica espressione estetica. Cimino racconta la storia di una generazione in guerra, esaminando anche le zone di pace sociali, il prima contaminato dal presagio e il dopo: le cicatrici indelebili lasciate dalla guerra sull’anima e sulla carne dei reduci, l’impossibilità di superare il trauma, la dissoluzione della personalità del singolo.

Il film offre una “fotografia” di uno dei capitoli più dolorosi della storia americana, nonché del suo impatto a livello individuale e sociale. Allo stesso tempo, ha una valenza metaforica che apre il racconto a un’esplorazione dell’essere umano, diviso tra i propri impulsi (auto)distruttivi da una parte e il richiamo salvifico della pietas e un rinnovato, sacrale rispetto per la vita, dall’altra. Questo rispetto è dimostrato da Mike (Robert De Niro) quando rinuncia a uccidere un cervo, in una scena magnifica all’interno di un film straordinario.

Le interpretazioni straordinarie dei suoi attori rendono il film ancora più straordinario: De Niro, certamente, ma anche Meryl Streep, che incarna la tenerezza, il desiderio, la grazia, l’empatia, il tragico ripiego sentimentale e la resilienza di una ragazza, e Christopher Walken, che ancora oggi toglie il fiato per intensità, visceralità, per la capacità di essere portatore di un dolore tanto specifico storicamente quanto universale umanamente. Il suo personaggio, Nick, un ragazzo che amava gli alberi, si meravigliava per le loro forme così diverse, in cui la natura manifestava la sua potenza creatrice, una volta guardato l’abisso in faccia, non riesce più a staccarsene. La memoria di quella visione acceca ogni forma e colore. Da quel momento in poi la sua vita diventa una danza sul ciglio di un precipizio che non può che finire con l’inghiottirlo…

Cimino ha dovuto lottare contro tutto e tutti, scena per scena, frame per frame, per fare il film che aveva negli occhi, secondo la sua sensibilità artistica, in condizioni proibitive. Per la parte ambientata in Vietnam, ha chiesto ai suoi attori di fare cose mai fatte prima, di dormire con le uniformi, di non levarle mai, di tenerle anche se bagnate per un mese. Non si sono rasati, non si sono lavati, che poi è ciò che accade in guerra…

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