Javier Faroni manda segnali di aver cambiato strada
Javier Faroni manda segnali – di Elio Clero Bertoldi – Forse la strada giusta è stata imboccata. Per ora sono segnali, che appaiono promettenti. Juan Faroni, imprenditore teatrale, evidentemente conosce il mestiere di richiamare la gente agli spettacoli. Usando le buone maniere e cercando di presentare compagnie in grado di divertire o di far riflettere lo spettatore.
UMILTÀ
Ha colpito l’umiltà con la quale si è definito “l’ultimo dei tifosi” (sia pure in termini cronologici, essendo arrivato da poco), anche se nessuno avrebbe potuto obiettare se avesse detto di essere il “primo fan” dei biancorossi, considerando i soldi sborsati per raccogliere tutto il 100% del capitale azionario del Grifo. Il fatto che, ligio al “patto di riservatezza” sottoscritto davanti al notaio Biavati, non abbia voluto spifferare il “quantum”, appare sintomo di lealtà e di serietà. Doti che non guastano. Tutt’altro.
SPONTANEITÀ
Apprezzabile (molto) la spontaneità con la quale Javer (ama essere chiamato per nome non come “presidente”) ha offerto alla sindaca Vittoria Ferdinandi di ospitare sulle maglie della prima squadra il logo della “Città di Perugia”. Fino ad oggi la “pubblicità” si pagava. Ma un conto è chiedere denaro a chi intende reclamizzare la propria azienda, un conto è dare visibilità alla città di cui la squadra porta il nome. Un bell’esempio di identità, questo. Ed anche un modo per far capire, al “colto ed all’inclita”, che il rapporto tra il club ed i perugini sta cambiando. Faroni – che ha confessato di essersi innamorato di Perugia durante una visita turistica – vuole “legare” al massimo con la comunità, con la sua storia, con le sue tradizioni, con le bellezze monumentali ed artistiche. Sembra intenzionato a coltivare un amore profondo, non superficiale e legato ai soldi ed ai pur agognati (da tutti) successi.
SETTORE GIOVANILE
I giovani rappresentano il futuro non solo nella vita, ma anche nel calcio. E, pertanto, positiva l’idea di rafforzare le strutture a disposizione delle squadre e l’ampliamento della “Foresteria”, in cui ospitare i ragazzi.
Un suggerimento: sarebbe splendido contattare le varie società dilettantistiche del capoluogo e della regione con le quali firmare convenzioni in base a cui i giovani migliori che sbocciano sulla nostra terra, facciano carriera partendo dai colori biancorossi. Ed in aggiunta bisognerebbe che il Perugia facesse iscrivere al proprio settore giovanile i perugini che lo vogliono a prezzi stracciati. Aspetto questo, fino ad oggi, ignorato. Offrire questa possibilità alle famiglie del capoluogo porterebbe, certo, meno soldi nelle casse del Perugia (almeno nell’immediato), ma garantirebbe un maggior legame con la comunità e, alla lunga, probabilmente anche con un aumento degli abbonamenti e delle presenze allo stadio.
Il NEO
Un neo emerso dai novanta minuti di conferenza stampa, appare individuabile nel fatto che Faroni non “governerà” Perugia dalla scrivania della sede di Pian di Massiano, ma dalla lontana Argentina.
Il patron ha a assicurato che, con cadenze mensili, tornerà in Umbria per seguire dal vivo i suoi (una decina di giorni, ogni volta), ma sarà sufficiente? Javier ritiene di sì perché, con un pizzico di orgoglio, ha affermato che sa scegliere i propri collaboratori. La tecnologia gli permetterà, inoltre, di tenere contatti diretti tra Mar del Plata o Cordoba o Buenos Ayres, le città in cui vanta interessi (tra le 17 e le 25 ore di volo con Roma) e Perugia. Però, come dicevano i contadini delle nostre campagne “l’occhio del padrone ingrassa il cavallo”.
Auguriamoci che, pure sotto questo profilo, Javier Faroni sappia dare una svolta definitiva al club, che nelle ultime stagioni ha sofferto abbastanza.
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