Morto Gastone Moschin, l’attore era malato di cuore, era ricoverato a Terni

AVEVA UNA GRAVE FORMA DI CARDIOPATIA

Morto Gastone Moschin, l'attore era malato di cuore, era ricoverato a Terni

Morto Gastone Moschin, l’attore era malato di cuore, era ricoverato a Terni

All’età di 88 anni l’attore Gastone Moschin è deceduto oggi (4 settembre) all’ospedale Santa Maria di Terni, dove era seguito da alcuni anni dall’equipe di Cardiologia. L’attore era stato ricoverato lo scorso 30 agosto a seguito di un peggioramento di una grave cardiopatia cronica e il 31 agosto era stato trasferito dalla Cardiologia all’Unità di terapia intensiva cardiologica (UTIC) dove si è spento questo pomeriggio poco prima delle ore 18.

Gastone Moschin nasce a San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, l’8 giugno 1929. Studia all’Accademia d’arte drammatica di Roma, per poi iniziare la carriera di attore a teatro, nei primi ’50, come membro della Compagnia del Teatro Stabile di Genova e del Piccolo Teatro di Milano, successivamente collaborando anche col teatro di Torino.

Il primo contatto col cinema avviene invece nel ’55, quando recita ne La rivale, diretto da Anton Giulio Majano. Grazie alle sue doti fisiche e attoriali, che lo rendono riconoscibile, e un ottimo caratterista, trova ruoli in numerosi progetti, soprattutto nella commedia all’italiana, tra i quali vanno ricordati Audace colpo dei soliti ignoti, seguito de I soliti ignoti, diretto da Nanni LoyChe gioia vivere! (1961) di René Clement, e dello stesso anno Tiro al piccione, opera prima di Giuliano MontaldoAnni ruggenti (1962) diretto da Luigi Zampa, che firma la sceneggiatura insieme a Sergio Amidei e Vincenzo Talarico, dove Moschin recita accanto a Nino Manfredi e Gino CerviSignore & Signori (1966), di Pietro Germi con Virna Lisi, e la fortunata serie di Amici miei (1975, atto I 1982, atto II 1985), diretta prima da Mario Monicelli, in seguito da Nanni Loy, dove interpreta l’architetto Rambaldo Melandri. Nel ’72 accetta poi di interpretare Don Camillo, dopo la morte di Fernandel, in Don Camillo e i giovani d’oggi, diretto da Mario Camerini, affiancato da Lionel Stander nei panni di Peppone.

Dal ’60 inizia anche la sua attività televisiva, che resta molto attiva fino agli ultimi anni. Da ricordare Il mulino del Po (1963), sceneggiato di Sandro Bolchi, I miserabili (1964), e negli ultimi anni Don Matteo(2000) e Sei forte Maestro (2000-2001). Nel 1991 partecipa anche al telefilm francese Macaronì, ispirato al romanzo autobiografico di Francois Cavanna, di cui Moschin interpreta il padre.
Nel ’70 abbandona la commedia per recitare nel drammatico nominato all’Oscar Il conformista, primo successo della coppia Bernardo Bertolucci / Vittorio Storaro, tratto dal romanzo di Alberto Moravia, dove recitano anche Jean Louis Trintignant e Stefania Sandrelli. Nel ’74 lavora brevemente negli Stati Uniti, interpretando un don della mafia newyorkese nel secondo capitolo della saga de Il padrino, di Francis Ford Coppola. Nel ’81 è tra gli attori del biografico Il leone del deserto, di Moustapha Akkad, con Anthony Quinn, Oliver Reed e Rod Steiger. Tra i ’70 e gli ’80 recita inoltre in numerosi film di serie B, come il poliziesco cult Milano calibro 9 (1972), di Fernando Di Leo, con, oltre a Moschin, Barbara Bouchet e Philippe Leroy. Qui Moschin intepreta Ugo Piazza, criminale uscito di galera, e ‘cacciato’ dai suoi ex soci.
Dal 1990 vive a Capitone, in Umbria, dove ha aperto e gestisce un maneggio di cavalli.

 

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