Salvaguardia della Biodiversità nell’Appennino Centrale, un impegno
Salvaguardia Biodiversità – L’Appennino centrale, una regione di straordinaria biodiversità, rischia di perdere il suo patrimonio naturale senza l’intervento umano. Questo è stato sottolineato dal Commissario Castelli in occasione della Giornata mondiale della Biodiversità, sottolineando come l’Appennino centrale sia un esempio di integrazione tra uomo e natura.
La ricostruzione e riparazione del cratere causato dal sisma del 2016 non si limita a riparare i danni fisici, ma mira anche a preservare e valorizzare l’ecosistema locale. Un esempio recente è la salvaguardia di una colonia di balestrucci nel cantiere di Macerata. L’obiettivo è sviluppare le condizioni più favorevoli per permettere la piena integrazione dell’uomo con l’ecosistema.
Il modello di ricostruzione/riparazione dell’Appennino centrale è stato presentato come buona pratica sia alla COP 28 di Dubai che al G7 Ambiente a Torino. Questo modello rappresenta un laboratorio nel quale si applicano soluzioni pragmatiche e prive di ideologie alle necessità del territorio.
Secondo il Commissario Castelli, la messa in sicurezza di un’area come quella del cratere sisma 2016 non può limitarsi alle abitazioni. È necessario intervenire su tutto il territorio, oggi in gran parte abbandonato, che senza un presidio diventa una minaccia per le popolazioni e la biodiversità. Le strategie pensate a livello globale necessitano dell’apporto delle caratteristiche dei luoghi. Nel nostro Appennino, l’intreccio uomo-natura ha origini millenarie. Nessuno si salva da solo, per queste ragioni ogni intervento rappresenta un contributo sia per l’uomo che per la biodiversità.
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