Polemiche Uil Terni su Usl Umbria 2, risponde il direttore Sandro Fratini

In merito agli articoli di stampa, pubblicati nei giorni scorsi, relativi alle polemiche sollevate dalla Uil di Terni, la Direzione Generale dell’Azienda Usl Umbria 2 ritiene doveroso precisare quanto segue:

“L’Azienda Usl Umbria 2 svolge la propria attività istituzionale in 54 comuni, alcuni dei quali in zone disagiate e garantisce ai 400 mila cittadini/utenti una quantità enorme di servizi, con l’obiettivo di rendere omogenea e capillare la risposta sanitaria e assistenziale in tutto il territorio di competenza.
Per far questo, l’azienda sanitaria utilizza tutti gli immobili di sua proprietà che risultano idonei e utilizzabili, in caso contrario se ne dota, in locazione, in primo luogo da enti pubblici o, in alternativa, da privati definendo dei canoni di affitto nel pieno rispetto delle indicazioni dell’agenzia del territorio.
L’azienda sanitaria, ovviamente, non può utilizzare strutture non a norma, che non presentano tutti i requisiti previsti per legge. Palazzo Cesi, a Terni, è stato dismesso proprio perché non rispettava tali requisiti. Inoltre le dimensioni limitate, circa 4000 metri, non permetterebbero, anche dopo onerosa ristrutturazione, di sostituire la locazione della sede centrale di viale Bramante che ospita sia i poliambulatori che gli uffici tecnici e amministrativi.

La strategia patrimoniale dell’Azienda, volta a garantire la massima vicinanza dei servizi alla popolazione, è ben nota da tempo e oggetto di incontri interistituzionali e conferenze stampa. E’ stata proprio questa direzione, per prima, a porsi l’obiettivo di razionalizzare l’utilizzo delle sedi per liberare risorse da destinare ai servizi.

Proprio per evitare il pagamento di onerosi canoni di locazione, la direzione ha avviato da tempo operazioni di patrimonializzazione, alcune già realizzate come l’acquisto della struttura “S. Carlo” a Spoleto, per accorpare tutti i servizi territoriali in un unico Centro Servizi Sanitari.
Altri progetti sono stati avviati come la “Città della Salute” a Terni, che prevede la realizzazione di una struttura in cui verranno unificati tutti i servizi territoriali e dove confluiranno anche alcuni PES (Punti erogazione servizi) e tutti i servizi di via Bramante, permettendone finalmente la dismissione.

La Città della Salute di Terni, che la direzione ritiene strategica, sarà realizzata mediante un’operazione di project financing che vede, nel piano finanziario, anche l’utilizzo di Palazzo Sanità di via Federico Cesi, la cui dismissione contribuirà a finanziare l’opera.
L’agenda programmatica prevede interventi corposi in tutto il territorio: ad Orvieto, dove sarà realizzata, presso un edificio di proprietà aziendale, la “Casa della Salute”, anch’essa finanziata con la dismissione di altri immobili; ad Amelia, dove si lavora per l’apertura di una “Casa della Salute” attraverso un programma di interventi e di riorganizzazione patrimoniale immobiliare già avviato con l’Amministrazione comunale e a Foligno, con l’acquisto di un immobile di cui si è in attesa della prescritta autorizzazione regionale.
Rispetto alla mancata integrazione non è chiaro cosa intenda la Uil. Accentrare tutti gli amministrativi in un’unica sede significherebbe infatti spostare tutti o gran parte degli operatori. Credo che questo tipo di spostamento non sia previsto dagli attuali contratti del pubblico impiego, supererebbe di gran lunga anche i 50 chilometri previsti dalle recenti normative, tra l’altro molto contestate dalle stesse organizzazioni sindacali. Questa direzione ha garantito l’integrazione costituendo servizi unici aziendali e permettendo agli operatori di continuare a garantire l’attività nelle sedi esistenti grazie anche ad un importante potenziamento della digitalizzazione .
Ricordo infine che a Perugia, Terni e Foligno è presente l’Università con i diplomi universitari di Scienze Infermieristiche, per Tecnici della Riabilitazione etc. la cui funzionalità viene garantita, anche attraverso la condivisione degli spazi, grazie alla collaborazione con il Servizio Formazione.

L’Azienda Usl Umbria 2 ha circa 3600 dipendenti, di cui gran parte operatori sanitari, distribuiti in sei distretti sociosanitari e presidi ospedalieri. La formazione degli operatori della sanità, medici e non medici, è obbligatoria. E’ quindi assolutamente necessario che le attività formative siano distribuite nei territori e che si utilizzino tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione come videoconferenza etc. al fine di evitare il trasferimento dei nostri dipendenti.
Lo spostamento quotidiano, in orario di servizio, di decine di operatori comporterebbe infatti la perdita di tante ore di lavoro nei servizi e – questo si – costituirebbe veramente uno spreco di risorse.

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