E’ morto il notaio Giancarlo Antonioni, ha segnato storia del ‘900 perugino

E' morto il notaio Giancarlo Antonioni, ha segnato storia del '900 perugino

E’ morto il notaio Giancarlo Antonioni, ha segnato storia del ‘900 perugino

di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA – Si é spento il notaio Giancarlo Antonioni, ad un mese dai 91 anni, personaggio di grande spessore culturale, professionale, politico ed anche sportivo.
I funerali si terranno domani mattina, domenica, alle 10, nella basilica di San Domenico mentre la salma verrà tumulata nel cimitero di Papiano di Marsciano, da cui venivano i bisnonni.
Alla famiglia – la signora Grazia, i figli, avvocati Filippo e Michele, i nipoti Giacomo e Alessandro, i congiunti tutti – giungano le più sentite condoglianze personali e della redazione.

Antonioni – persona di pensieri profondi, ma anche simpatico ed ironico come quasi tutti i colti e gli intelligenti – ha attraversato, da sicuro e valido protagonista, la storia del Novecento perugino. Intanto perché prese parte alla Resistenza, nelle file dei cattolici, tanto che poteva fregiarsi del titolo di “Patriota” oltre a quello di commendatore Omri (ordine al merito della Repubblica Italiana, ottenuto nel 2005). Brillante studente universitario aveva ottenuto il titolo di avvocato, di magistrato (attività svolte per un breve periodo) ed infine di notaio.

Nello studio associato Antonioni-Pecchioli, in via Baldo, aveva svolto l’attività per circa 49 anni, prestando la sua opera professionale per la sede Rai di Perugia, per la IBP (Industrie Buitoni Perugina), per la Mario Benedetti, per la Dominici e per tante altre imprese. Aveva ricoperto pure la carica di consigliere dell’Ac Perugia nel 1968, restando vicino al club dai tempi delle presidente Salvi, Baldoni, Spagnoli fino a quelle di D’Attoma e di Ghini. Di primo livello anche la funzione politica: era stato eletto per tre legislature consigliere comunale a palazzo dei Priori e si era guadagnato un ruolo di primo piano all’interno della DC.

  • Significativi anche i compiti ainquali era stato chiamato in altre istituzioni: presidente del Rotary per due mandati; consigliere del Nobile Collegio del Cambio; confrate del Sodalizio di San Martino; probiviro dall’Associazione Fortebraccio, tra le più antiche società ginniche d’Italia, tanto per citarne alcune.

Qualche anno or sono aveva pubblicato “L’altra Resistenza”, un libro di valenza storica, in cui raccontava, da protagonista e da testimone, il ruolo svolto dal mondo cattolico nella lotta di Liberazione in Umbria.
Una personalità, insomma, di grande spessore all’interno della comunità perugina e regionale, quanto meno, la cui scomparsa impoverisce il panorama professionale, politico e culturale della nostra realtà.

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