Nestlè sul tavolo del Mise, stabilimento San Sisto al Ministero si parla del suo futuro

Galgano, sono mesi che stiamo sollecitando il Governo - Spagnoli, Perugina sta morendo

Nestlè sul tavolo del Mise
Sciopero Nestlé

Nestlè sul tavolo del Mise, stabilimento San Sisto al Ministero si parla del suo futuro

C’è  la situazione dello stabilimento Nestlè  Perugina  di San Sisto fra gli argomenti al centro dell’incontro istituzionale promosso dal Ministero dello sviluppo economico con la multinazionale Nestlè per esaminare le prospettive produttive del Gruppo in Italia. Lo ha annunciato lo stesso Ministero. La convocazione al tavolo ministeriale fa seguito ai numerosi incontri ed interlocuzioni avuti  dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che proprio nei  primi giorni di agosto aveva chiesto al Ministero la convocazione del tavolo sulle questioni relative allo stabilimento  di  San Sisto, e dall’assessore allo sviluppo economico, Fabio Paparelli. Ora si è in attesa  della data di convocazione dell’incontro  al Ministero, a cui seguirà – come annunciato –  da parte della Regione Umbria  l’immediata convocazione del tavolo regionale con tutti i soggetti interessati.

“Perugina, sono mesi che stiamo sollecitando il Governo a procedere con la nomina del nuovo sottosegretario al Mise che sostituisca De Vincenti, che seguiva le vertenze. Una carica che non può rimanere ancora vacante viste le centinaia di crisi aziendali aperte al Ministero”. E’ la deputata di Scelta Civica, Adriana Galgano a tornare sulla mancata sostituzione del sottosegretario alla luce degli ultimi allarmi lanciati dai sindacati dello stabilimento di San Sisto che chiedono l’apertura di un tavolo nazionale per affrontare la vertenza Perugia-Nestlé. “Tavolo che, a seguito dell’interpellanza presentata con la collega Ciprini – ricorda la parlamentare – doveva essere già istituito, come aveva annunciato De Vincenti, ma di cui, a distanza di sei mesi, non c’è ancora traccia”.

“Ribadendo la assoluta necessità che la questione di San Sisto venga discussa al Ministero, – evidenzia Galgano – è altrettanto urgente designare un interlocutore con cui proprietà e lavoratori possano interfacciarsi. Tuttavia, dopo mesi dal passaggio di De Vincenti alla Presidenza del Consiglio, non c’è traccia di un sostituto: una carenza grave soprattutto in un periodo di pesante crisi come quello attuale. Il caso della Perugina, marchio simbolo del made in Italy e realtà fortemente identitaria per l’Umbria, è emblematico: mentre si aspetta l’intervento del Governo, gli esuberi rischiano di diventare 300, la Nestlé non ha presentato alcun piano industriale e non si pronuncia rispetto agli allarmi che arrivano dai lavoratori”.

“Il contratto di solidarietà è prossimo alla scadenza – chiude Galgano – e prima che la situazione diventi irrecuperabile, dobbiamo spostare il confronto al Mise. Ci sono centinaia di crisi aziendali messe in stand-by in attesa che il Governo proceda con la nomina del nuovo sottosegretario, le diatribe interne alla maggioranza non possono bloccare il Paese e i lavoratori non possono aspettare oltre”.


ddl concorrenza
Adriana Galgano

L’intervento di Adriana Galgano
“Perugina, sono mesi che stiamo sollecitando il Governo a procedere con la nomina del nuovo sottosegretario al Mise che sostituisca De Vincenti, che seguiva le vertenze. Una carica che non può rimanere ancora vacante viste le centinaia di crisi aziendali aperte al Ministero”. E’ la deputata di Scelta Civica, Adriana Galgano a tornare sulla mancata sostituzione del sottosegretario alla luce degli ultimi allarmi lanciati dai sindacati dello stabilimento di San Sisto che chiedono l’apertura di un tavolo nazionale per affrontare la vertenza Perugia-Nestlé. “Tavolo che, a seguito dell’interpellanza presentata con la collega Ciprini – ricorda la parlamentare – doveva essere già istituito, come aveva annunciato De Vincenti, ma di cui, a distanza di sei mesi, non c’è ancora traccia”.

“Ribadendo la assoluta necessità che la questione di San Sisto venga discussa al Ministero, – evidenzia Galgano – è altrettanto urgente designare un interlocutore con cui proprietà e lavoratori possano interfacciarsi. Tuttavia, dopo mesi dal passaggio di De Vincenti alla Presidenza del Consiglio, non c’è traccia di un sostituto: una carenza grave soprattutto in un periodo di pesante crisi come quello attuale. Il caso della Perugina, marchio simbolo del made in Italy e realtà fortemente identitaria per l’Umbria, è emblematico: mentre si aspetta l’intervento del Governo, gli esuberi rischiano di diventare 300, la Nestlé non ha presentato alcun piano industriale e non si pronuncia rispetto agli allarmi che arrivano dai lavoratori”.

“Il contratto di solidarietà è prossimo alla scadenza – chiude Galgano – e prima che la situazione diventi irrecuperabile, dobbiamo spostare il confronto al Mise. Ci sono centinaia di crisi aziendali messe in stand-by in attesa che il Governo proceda con la nomina del nuovo sottosegretario, le diatribe interne alla maggioranza non possono bloccare il Paese e i lavoratori non possono aspettare oltre”.


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Carla Spagnoli

Carla Spagnoli, La Nestlè licenzia, la Perugina sta morendo!

La Nestlè è pronta a dare il benservito a 300 lavoratori della Perugina considerati in esubero. La notizia, purtroppo, non ci sorprende perché sono mesi che il Movimento per Perugia denuncia la smobilitazione della Perugina da parte di Nestlè, nel silenzio assoluto di sindacati e istituzioni! Il ricorso ai contratti di solidarietà e ad altri ammortizzatori sociali in questi anni ha portato benefici solo alla Nestlè, non ha di certo aiutato a rilanciare l’azienda e il marchio Perugina: sono anni che Nestlè beneficia degli aiuti dello Stato italiano! La comunicazione dei 300 esuberi è passata senza destare indignazione, con il sindacato che continua a parlare di “opposizione responsabile”: ma cosa ha fatto il sindacato nell’ultimo decennio per la Perugina? Che cosa è stato fatto per ostacolare la crisi? Niente! Ci sembra che i sindacati in questi anni siano stati più attenti a curare la propria immagine che a difendere i posti di lavoro…

Nel frattempo un marchio concorrente come Lindt continua a espandersi e ad aumentare i propri utili. Questo dimostra che la crisi della Perugina non è colpa del mercato, come vogliono farci credere, ma è colpa dei manager carrieristi e mediocri che gestiscono l’azienda: è evidente che non esiste una strategia di rilancio da parte di Nestlè! Un marchio come Perugina non può essere gestito in un mondo elefantiaco quale è Nestlè, abituata a prodotti noti, largamente distribuiti ma indifferenziati. Lo testimonia anche tutta la vicenda della Buitoni che la Nestlè ha abbandonato in parte con il disimpegno dal settore delle fette biscottate e della pasta secca. I numeri della Perugina parlano chiaramente di una non volontà o piuttosto di incapacità del management di affrontare il mercato!

Le campagne pubblicitarie per i prodotti Perugina  sono inesistenti, a eccezione di quelle per i Baci a San Valentino, e non c’è alcuna programmazione di nuovi prodotti da lanciare sul mercato. Dopo l’assemblea sindacale di lunedì scorso rimane il nulla, le uniche azioni dell’azienda sono limitate al “remake” del piazzale, che ha già visto un centinaio di posti auto in meno: forse è questo il piano industriale di Nestlè?

Durante l’assemblea  è stato raccontato persino che allo stand Baci di Expo, in cui sono stati immortalati dal Sindaco alla Presidente della Regione in visita, mancavano proprio i Baci sfusi!

C’erano però scatole di Baci ad alto prezzo, a conferma di quel mercato che sta tramontando…  Con il taglio di 300 lavoratori “in esubero” lo stabilimento di San Sisto verrà ridotto a poco più del reparto Baci: come si può considerare “di troppo” un terzo di tutto il personale dell’azienda? Quale sarà la prossima mossa di Nestlè? La vendita? I cinesi sono già in agguato e stanno cercando contatti tra gli artigiani del cioccolato legati in qualche modo alla Perugina…

Forse il taglio dei posti di lavoro è una condizione posta in qualche accordo  per la cessione? Si dice che forse non si vende, che lo stabilimento di San Sisto serva a mantenere i tanti, troppi personaggi aziendali che lavorano nominalmente a dei progetti che sono in realtà tante funzioni inutili che pesano sul bilancio della Divisione: sembra la trasposizione della politica!

Sembra che il “taglio” riguardi solo lo stabilimento di San Sisto e non la divisione allocata a Milano, principale responsabile di questa situazione fallimentare! Si dice infatti che questa crisi sia dovuta a un mercato cambiato, in cui la tradizione di acquistare il cioccolato per regalare sia decaduta: ma il marketing non dovrebbe servire a ingenerare nuove esigenze di consumo? Il marketing non dovrebbe cogliere le nuove tendenze del mercato, interpretarle e rispondere? Il marketing in Perugina esiste ancora o no? E se ci riuscirono oltre 100 anni fa due signori della provincia a creare un cioccolato di lusso in un’Italia povera, quando ancora la parola marketing non esisteva, dovrebbe essere ancora più scontato per una multinazionale numero uno nell’alimentare, o no? Ora i nostri deputati a Roma si sveglino! Intervengano, facciano interpellanze per sapere cosa sta succedendo alla Perugina, si impegnino affinché venga salvata un’azienda storica, cuore di Perugia e dell’Umbria, fiore all’occhiello del Made in Italy!

Nestlè sul tavolo del Mise

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