Femminicidio Terni, il marito, “Ho ucciso mia moglie”

Nuovi particolari sul femminicidio consumato nella notte tra martedì 28 e mercoledì 29 ottobre a Terni, in via Gramsci. Franco Sorgenti, pensionato di 66 anni, ha accoltellato all’addome la moglie Laura Livi di trent’anni più giovane.

L’uomo, prima di compiere l’atto omicida, avrebbe chiuso le figlie, di 2 e 7 anni, in una stanza. Dopo aver commesso l’orrendo gesto, alle 2 di questa notte si è presentato al carcere di Sabbione raccontando di aver commesso il delitto. Qui le guardie hanno dato l’allarme avvisando i militari dell’Arma.

Sul posto sono quindi intervenuti i carabinieri che hanno avviato immediatamente le indagini arrestando l’uomo per omicidio volontario. Sulle motivazioni che hanno spinto l’uomo a uccidere la moglie, gli inquirenti non escludono che alla base del gesto possa esserci la gelosia. Sembra infatti che l’omicidio sia avvenuto al culmine di una lite tra i due coniugi. Secondo quanto raccontano i vicini, i due erano una coppia apparentemente normale e nessuno era a conoscenza di litigi tra i due.

La vittima, Laura Livi, era una consulente legale, mentre il marito è pensionato dopo aver lavorato alle acciaierie di Terni come amministrativo. L’uomo aveva un matrimonio alle spalle e un figlio di 40 anni avuto dalla precedente relazione.

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«L’amministrazione comunale di Terni condanna con fermezza e decisione l’atto di violenza che ha portato alla morte di una giovane donna in via Gramsci. Si tratta di un femminicidio che va respinto in maniera assoluta, anche nel versante culturale, quello della sopraffazione di una persona fisicamente più debole». Così commenta la notizia l’assessore alle Pari opportunità, Daniela Tedeschi. «Non ci può essere alcuna giustificazione – prosegue – di fronte a un gesto così barbaro e definitivo. Esprimiamo dolore e rammarico per questa vita stroncata, per questa mamma strappata ai suoi figli».

«I servizi sociale del Comune – dichiara il vicesindaco con delega al Welfare Francesca Malafoglia – sono allertati già dal diffondersi delle prime notizie per offrire eventuale assistenza e tutela ai minori loro malgrado coinvolti in questa vicenda così dura e così coinvolgente per tutta la città. Al momento l’assistenza dei servizi non è stata richiesta, in quanto si prospetta l’intervento dei parenti della donna uccisa, ma il Comune rimane a disposizione ed esprime vicinanza ai familiari della vittima e ai suoi due bambini. Come servizi sociali abbiamo ben presente i drammi legati alla violenza e alla sopraffazione delle donne. Esistono apposite procedure per offrire sicurezza e aiuto. Anche in queste ore i servizi sociali si stanno occupando del trasferimento fuori regione di una donna e dei suoi figli minacciati dal convivente. Occorre segnalare senza alcuna remora situazioni di violenza, sopraffazione e disagio. Occorre lavoro e collaborazione per evitare tragedie che costituiscono delle autentiche ferite al tessuto sociale e culturale della città. In Umbria i centri antiviolenza e le strutture di supporto sono una realtà esistente che va utilizzata nell’ottica della prevenzione e della tutela delle donne».

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Marini: «Ancora una volta una donna uccisa in casa dal marito. Ancora un altro femminicidio. Laura ha subito la rabbia, la violenza fino alla morte, dalla mano di un uomo, marito e compagno, che avrebbe dovuto rispettarla, proteggerla, sostenerla nel compito di madre. Laura è stata uccisa soltanto perché donna». Lo afferma la presidente della Regione, Catiuscia Marini, molto «turbata e addolorata» dalla notizia dell’uccisione a Terni di Laura Livi, per mano di suo marito.

«Allora mi auguro davvero che nelle prossime settimane – ha proseguito Marini – il Consiglio regionale dell’Umbria possa approvare il disegno di legge per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini, che ci permetterà anche di tutelare e difendere le donne vittime di violenza, ma soprattutto continuare a mettere in campo la rete dei servizi necessaria a produrre quei cambiamenti culturali e sociali indispensabili per costruire il rispetto di genere e di tutte le donne».

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