B…asta così, il Perugia perde in casa e dà un calcio quasi definitivo alla cadetteria 📸 FOTO

B…asta così, il Perugia perde in casa e dà un calcio quasi definitivo alla cadetteria

di Gianluca Drusian
Inutile provare a giustificare qualcosa. Inutile provare ancora ad alimentare qualche speranza che non ha nessun fondamento se non aggrapparsi alla solita matematica.

Dopo la severa sconfitta interna, cinque a zero per il Cagliari, risulta difficile trovare espressioni non soggette a censura che possano descrivere quanto successo e quanto visto al Curi.

Perdere contro il Cagliari, squadra accreditata e forte, poteva essere ipotizzabile ma non aver provato minimamente a giocarsela è stato vergognoso ed umiliante.

Lo è stato per la squadra, incapace nel mettere in campo alcunchè, ma lo è stato per il tecnico Castori fautore di una aggressività, di una voglia di lottare rimasta solo una chimera. Lo è stato anche per la società che ha costruito un gruppo di giocatori che, sia tecnicamente che come” anima e cuore”, ha saputo solo partecipare al torneo delle squadre dei play-out per tutto il campionato ma, altrettanto desolante è stato lo spettacolo al quale hanno dovuto assistere i tifosi biancorossi.

Tifosi che, più di fare gli abbonamenti nonostante non vi fosse uno stadio decente ed alle prese con lavori intrapresi quando non dovevano iniziare, più che seguire in ogni parte d’italia una squadra che mai ha dimostrato certezze e che hanno cercato in tutti i modi di capire ogni momento di difficoltà non sottoponendo a pressioni particolari nè giocatori nè tecnico anche quando hanno dovuto sentirsi dire che il Perugia avrebbe lottato per la serie A, non meritavano tutto quanto hanno dovuto sopportare.

A questo punto della stagione, a due giornate dal termine, gli eventuali sei punti in palio potrebbero servire sì per disputare i play-out salvezza ma nulla cancellerrebbe il disastrato cammino fatto durante l’arco della stagione.

Anche stasera, le scelte del tecnico Castori hanno visto premiare da una parte il modulo in qualche modo risultato positivo e visto a Ferrara e dall’altra quei giocatori verso i quali il tecnico marchigiano ha riposto la maggiore fiducia, anche questa sera, evidentemente, non ripagata (sarebbe ora che qualcuno ne spiegasse alla tifoseria i motivi veri della mancanza di prestazioni, se ve ne sono ).

Furlan, Struna, Curado e Rosi in difesa e non Angella, tornato in panchina da qualche partita senza capirne il motivo mentre a centrocampo Luperini, impiegato ad agire dietro l’unica punta Olivieri (Matos, Di Carmine, Ekong lasciati in panchina), è riuscito sempre a trovare il suo spazio mentre piedi buoni (anche se non eccezionali) di Capezzi, Bartolomei non sono stati mai presi in considerazione nel tentativo di cambiare un modo di pensare e di giocare basato, a giudizio del tecnico, solo su una aggressività fondata sulla preparazione atletica, unico valore assoluto atrribuito alla squadra.

Dall’altro lato, per il Cagliari di Ranieri, il primo goal al 4′ di Lapadula e le occasioni successive, palo al 20′ di Prelec e seconda rete di Azzi al 30′, hanno aperto una autostrada verso una prestazione importante ma assolutamente agevolata dalla pochezza, dalla mancanza di reazione e dagli errori della squadra biancorossa.

Chi si augurava, tra i tifosi negli spalti, che fosse finita così ha dovuto vedere successivamente ancora qualcos’altro di incredibile. Infatti, dopo l’infortunio di Furlan, il rientrante Gori in porta riusciva a prendere una rete da fantascienza, ancora più sprezzante da digerire per il pubblico biancorosso, grazie ad un tiro proveniente, più o meno, da metà campo effettuato da Mancosu al 44′.

Al termine del primo tempo e, successivamente al rientro delle squadre, nè i cambi nè la contestazione dei tifosi umbri, arrivata senza esagerazione fin troppo tardi, è servita a far resuscitare una qualche forma di vitalità.

Il Cagliari, con il suo palleggio calmo, tranquillo e tecnicamente di categoria, portava a quattro le reti con Kourfalidis al 49′, arrivava a cinque con Lapadula al 87′ e, come recita la vecchia canzone perugina dei tempi della serie A “ne poteva fare cinque o sei”.

Se la squadra di Castori non sia arrivata (ma lo è) al punto più basso della stagione lo si vedrà dalla prossima trasferta a Venezia intanto, la serie B, è sempre più lontana.

PERUGIA (3-5-1-1): Furlan; Rosi, Curado, Struna; Casasola, Kouan, Santoro, Iannoni, Lisi; Luperini; Olivieri. A disp: Gori, Abibi, Cancellieri, Angella, Vulic, Matos, Ekong, Bartolomei, Paz, Di Carmine, Capezzi, Sgarbi. All. Fabrizio Castori

CAGLIARI (4-3-1-2): Radunovic; Zappa, Goldaniga, Altare, Azzi; Nandez, Makoumbou, Deiola, Mancosu; Lapadula, Prelec. A disp: Aresti, Ciocci, Viola, Millico, Lella, Barreca, Pavoletti, Obert, Kourfalidis, Luvumbo, Di Pardo. All. Claudio Ranieri


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