Pugno in faccia e mandibola rotta per agente carcerario aggredito a Terni

Pugno in faccia e mandibola rotta per agente carcerario aggredito a Terni

Pugno in faccia e mandibola rotta per agente carcerario aggredito a Terni

Pugno in faccia – La situazione alla Casa Circondariale di Terni si aggrava, con una serie di episodi violenti che hanno visto i poliziotti di nuovo vittime di aggressioni. I sindacalisti, preoccupati per la sicurezza e il benessere dei loro colleghi, hanno ora proclamato lo stato di agitazione e stanno organizzando forme di protesta per chiedere interventi immediati.

Secondo quanto riferito dai sindacalisti, tra cui emergono le figure di Sergio Mastroberti e Giulia Bianconi, rappresentanti sindacali molto attivi, l’ultima serie di incidenti ha messo in luce la crescente pericolosità dell’ambiente carcerario. L’episodio più grave si è verificato sabato scorso quando un detenuto di media sicurezza di origine algerina ha colpito un poliziotto alla sezione “H” con un pugno in faccia, causandogli la rottura della mandibola e una prognosi di venti giorni.

Un altro incidente si è verificato nella mattinata di oggi, quando i poliziotti hanno dovuto intervenire per salvare un detenuto che tentava di impiccarsi, esprimendo il desiderio di non voler rimanere a Terni. Più tardi, la stessa sera, un detenuto italiano con problemi psichiatrici ha aggredito un altro poliziotto, che voleva parlare con il comandante, colpendolo con un pugno. Anche in questo caso, il poliziotto ha dovuto ricevere cure mediche con una prognosi di sei giorni.

Il crescente numero di detenuti, che è salito da 525 a 575 dall’ultimo febbraio nonostante le promesse di un “mini sfollamento” dal Provveditore Regionale, ha solo acuito le tensioni. I poliziotti si trovano in una situazione sempre più difficile, con crescenti preoccupazioni per la loro sicurezza personale e quella dei loro colleghi.

In risposta a questa situazione insostenibile, i sindacati hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione, pianificando al contempo azioni di protesta lecite per assicurare che nessun poliziotto debba temere per la propria sicurezza mentre è in servizio. L’intento è garantire che nessun agente debba più sentirsi abbandonato e che possa tornare a casa dalle proprie famiglie senza temere per la propria vita.

Questi eventi richiamano l’attenzione sulle gravi lacune nella gestione della sicurezza all’interno degli istituti carcerari, sollevando interrogativi urgenti sulle misure che l’amministrazione sta adottando per proteggere coloro che lavorano quotidianamente in condizioni di elevato rischio.

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