CGIL, bollettino di guerra: In un mese quattro morti in agricoltura in Umbria

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(umbriajournal.com) UMBRIA – L’incredibile sequenza di incidenti mortali in agricoltura avvenuti nelle ultime settimane in Umbria desta fortissimo allarme e richiede un’immediata reazione da parte di tutta la comunità regionale. Con l’ultimo drammatico incidente del 29 agosto a Cannara sale a 4 il numero delle vittime in appena un mese (le altre a Gubbio, Migiana e Todi), alle quali occorre sommare anche diversi feriti gravi.
Sembra un bollettino di guerra e non si può restare a guardare.
Prima di tutto, come Cgil continuiamo a denunciare la progressiva opera di smantellamento delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. E anche il governo Letta, con il cosiddetto “decreto del fare”, ha ulteriormente ridotto gli standard di sicurezza richiesti nelle aziende sotto i 15 dipendenti. E’ tempo di invertire questa tendenza e tornare a rafforzare le regole in materia di sicurezza e prevenzione sul lavoro.
Per quanto riguarda poi il settore dell’agricoltura, esso presenta in Umbria alcune evidenti criticità, sia per la conformazione del territorio (collinare e montano), sia per la qualità di un parco macchine che è drammaticamente vecchio. Sappiamo che la stragrande maggioranza degli incidenti mortali in agricoltura avviene sul trattore ed è quindi essenziale che i mezzi utilizzati dalle nostre aziende siano messi a norma e garantiscano la massima sicurezza per i lavoratori.
Lavoratori che – e qui sta un altro pezzo importante del problema – sono costretti ad operare in condizioni sempre più inadeguate. E questo è vero in modo particolare per i trattoristi, lavoratori che, fino a po’ di tempo fa, rappresentavano l’élite del lavoro agricolo, avevano alti livelli di professionalizzazione e potevano contare su paghe sopra la media. Oggi, in molti casi, non è più così e anche questi lavoratori, spesso extracomunitari, sono sottoposti come si vede a rischi altissimi, sono sottopagati e non usufruiscono di adeguati livelli di formazione.
È su questi aspetti che chiediamo un intervento immediato alle istituzioni nazionali e regionali.

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