Bimbo ucciso, madre in carcere, forse una vendetta nei confronti del padre

Bimbo ucciso, madre in carcere, forse una vendetta nei confronti del padre

Bimbo ucciso, madre in carcere, forse
una vendetta nei confronti del padre

E’difesa dall’avvocato Enrico Renzoni, la 44enne ungherese, madre del piccolo Alex. La donna ora si trova in carcere per omicidio volontario aggravato, in attesa di convalida del fermo che si terrà domani con il gip, Angela Avila. Alle 13 invece, conferimento per l’esame autoptico sul corpicino di Alex

Parla l’avvocato Enrico Renzoni

E’ accusata di aver ucciso il figlioletto di due anni. «E’ sotto choc, non ricorda nulla di quelle ore. Non è stata neanche in grado di fornirmi i numeri di telefono dei suoi parenti in Ungheria, per avvisarli. Mi ha detto di non essere stata lei. Di essersi allontanata un momento dal passeggino dove si trovava il bambino, per recuperare un giocattolo. Quando è tornata lo ha trovato ferito». E’ quanto ha detto l’avvocato Renzoni che annuncia anche la volontà di far sottoporre la propria assistita a perizia psichiatrica. Lo riporta la Nazione Umbria in un articolo.


di Morena Zingales 


  • Per la Procura di Perugia è stata lei a uccidere il figlioletto Alex

E’ stata lei stessa, nelle tante dichiarazioni spontanee che ha reso ai carabinieri ad aver fatto cenno alla causa per l’affidamento del piccolo Alex che aveva con il padre del bimbo. Per la Procura di Perugia, alla guida di Raffaele Cantone, potrebbe essere un movente plausibile. Lo riporta il Corriere dell’Umbria di oggi. La 43enne ungherese prima di essere portata al carcere di capanne a è stata portata in caserma per essere interrogata come indagata. E alla presenza dell’avvocato si è avvalsa della facoltà di non rispondere.  Ma nel corso della giornata ha fornito diverse versioni, contradditorie e confusionarie che hanno corrobato la tesi investigativa portando a emettere il fermo.

Il delitto si sarebbe consumato nel casolare abbandonato

Il delitto si sarebbe consumato nel casolare abbandonato (ex Enel) di fronte al supermercato Lidl di Po’ Bandino. Il movente potrebbe essere una vendetta nei confronti del padre del piccolo con cui era in causa per l’affidamento, ma su questo gli inquirenti non si sbilanciano più di tanto. «Una foto del bimbo insanguinato e morente era stata inviata al padre che si trova in Ungheria – ha spiegato ieri in comandante della stazione Carabinieri di Città della Pieve, capitano Luca Battistella, ai giornalisti – che ha allertato le autorità ungheresi che si sono subito messe in contatto con quelle italiane per capire cosa fosse accaduto al piccolo. Gli elementi emersi a carico della donna e raccolti nelle prime fasi investigative – spiega il comandante – hanno permesso di ricostruire i suoi spostamenti, insieme al figlio, nelle ore antecedenti al fatto delittuoso, tramite l’acquisizione filmati estrapolati dalle telecamere della zona, sia da altri elementi raccolti anche di natura dichiarativa resi da testimoni presenti sul posto».

I gravi indizi nei confronti della donna sono anche emersi nel corso dell’attività di sopralluogo svolta nelle pertinenze del supermercato Lidl della frazione di Città della Pieve, Po’ Bandino, dove all’interno di un terreno agricolo sono stati individuati numerosi oggetti appartenuti ad entrambi.

«In primo luogo – dice Battistella -, il passeggino, tra l’altro sporco di macchie al momento non meglio identificate che potrebbero essere di sangue, alcuni giocattoli, tra cui un peluche, un pannolino usato, e tracce di alimenti nelle pertinenze di un casolare abbandonato nelle vicinanze. Lì sono stati raccolti altri giocattoli, sempre di probabile appartenenza del piccolo, oltre ad una maglietta sporca di sangue con dei tagli sulla parte anteriore, indossata dal bimbo nel momento del delitto e una felpa della madre. 

Bimbo di 2 anni ucciso, fermata madre, una foto del piccolo insanguinato era stata inviata al padre 🔴 Video intervistale parole

La donna negli ultimi due giorni sarebbe stata ospite del titolare di un noto night club di Chiusi dove avrebbe lavorato in passato. Agli inquirenti ha spiegato che venerdì si è incamminata dalla casa in cui era ospite verso Po’ Bandino, con il figlio nel passeggino e di essersi addentrata in quel casolare abbandonato, perché Alex aveva sonno e voleva farlo dormire.

Lei dice di aver lasciato il bimbo da solo e…

Poi – sempre la sua versione – si sarebbe allontanata per andare a recuperare un giocattolo e al ritorno ha trovato il piccolo in un lago di sangue. La corsa al supermercato per chiedere aiuto.  Tra le versioni fornite ci sarebbe anche quella che lei e il bimbo siano stati oggetto di un’aggressione da parte di un non meglio specificato uomo. La madre – secondo gli inquirenti – per vendicarsi del padre del piccolo con cui non aveva più rapporti, ha ucciso Alex.  Il tutto sarebbe accaduto mentre il bimbo dormiva.

La 44enne, in passato, era stata sposata con un reatino e nella città reatina aveva vissuto per diversi anni. Con l’uomo aveva avuto anche un figlio che oggi ha circa 18 anni e che, dopo la morte del padre reatino, era tornato a vivere in Ungheria insieme alla madre.L’uomo che negli ultimi due giorni ha ospitato madre e figlio a Chiusi Scalo è stato sentito
  • L’uomo che negli ultimi due giorni ha ospitato madre e figlio a Chiusi Scalo è stato sentito

L’uomo, in qualità di persona informata dei fatti, è stato già ascoltato dagli investigatori. Da parte degli inquirenti nessuna contestazione per l’ormai anziano imprenditore che ha riferito quanto accaduto nelle ore precedenti al delitto, descrivendo la donna e le conversazioni avute con lei. La donna venerdì pomeriggio sarebbe partita proprio da Chiusi per dirigersi verso la zona commerciale di Po’ Bandino a piedi con il passeggino. Ieri nella palazzina dell’Enel abbandonata, alcune persone hanno portato fiori e una macchinina rossa per Alex.

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