La mail della banda che ha ricattato consigliere Pd dell’Umbria, Attilio Solinas

Sanità, Solinas (PD): "Procedere a stabilizzazione dei precari"
Sanità, Solinas (PD): "Procedere a stabilizzazione dei precari"

La mail della banda che ha ricattato consigliere Pd dell’Umbria, Attilio Solinas

PERUGIA – «Mi risponda rapidamente prima che sarà licenziato dal vostro lavoro», comincia così la minacciosa mail della banda di malviventi, probabilmente della Costa d’Avorio, che ha cercato di ricattare Attilio Solinas, medico gastroenterologo e attuale presidente della Commissione sanità della Regione dell’Umbria vittima di un ricatto a sfondo sessuale su profilo “fake” (falso) di Facebook. Un “missiva” elettronica che è “piombata” nel pc del medico alle due di notte del 25 agosto scorso. «Le assicuro – spiega al telefono – che se non fossi, come sono, tipo dai nervi saldi, ci sarebbe stato davvero da perdere la testa». Con un italiano improbabile, certo frutto di “google translate” o qualche altro traduttore elettronico, la mail prosegue avvertendo minacciosamente Attilio Solinas che se i suoi amici vedranno le foto – frutto di un foto montaggio dopo una chat su Skype – lui diverrà l’uomo più “sfortunato” e con questo gli danno una sorta di ultimatum, una “dead line” di 12 ore per rispondere. Una sorta di perverso gioco del terrore dove la banda dice di rendersi disponibile a vedere “… ancora che cosa sono in grado”, evidentemente, di fare. Interpretare e decodificare le parole e le frasi di una sintassi sconclusionata non è semplice, ma, in sostanza a Solinas, si dà anche l’avvertimento di non avere a che fare con dei dilettanti e che loro sarebbero stati in grado di mettere il “materiale” online.

Quello che con violenza, chi ha ordito e tramato ai danni del medico, voleva far capire è che non stava bluffando. Anzi, ad un certo punto della mail il Consigliere Presidente è anche informato che il “materiale” è pronto “…ho intenzione di mandarlo a Perugia per iniziare a pubblicare…”.

E qui scatta il ricatto “… sarete ora pagare 75.000 € mentre aiuta mia sorella con un solo 2500 €…” (2500 euro da pagare immediatamente con il servizio del Money Transfer). La donna, con la “cricca” che la spalleggia, si dice pronta anche a dare la notizia alla polizia accusando il medico di pedofilia (un classico in minacce di questo tipo). Chi scrive la missiva elettronica diventa sempre più delirante, ma fortemente aggressivo. “… questo ora succede mentre siete pieni di sogni capisci che mentre io solo voglio rovina si tua vita vuoi vedermi fare che? Sai cosa vuoi dirmi davvero voglia di vedermi rovinare la tua vita, l’immagine, il tuo nome, la tua reputazione e il tuo peccato selezionata che dignità con questo video di voi un titolo pedofilo di voi dirmi cosa pensera ‘ vostri cari, la famiglia e i tuoi amici sicuramente si serra un peccato per te nella tua città corrente… Non pensate?…”.

I tuoi sogni finiranno – interpretiamo – perché io voglio rovinare la tua vita, la tua immagine, il tuo nome, la tua reputazione e ciò che hai fatto ci permetterà di accusarti di pedofilia. E qui altre minacce, come si può intendere. Cosa penseranno i tuoi cari, la tua famiglia, i tuoi amici. Sarai, sostanzialmente, discreditato nella tua città. Al fine di rendere la minaccia ancora più credibile violenta, chi scrive afferma di essere tra gli amici (probabilmente di facebook) e dice, con fare mafioso. “… so praticamente tutta tua vita tenta così di non tenermi testa o di vedermi atto facendovi miserabile e rendendo la tua vita un inferno…”.

Chi scrive intima, quindi, al Consigliere del Pd di non provare a tenergli testa, di non reagire. Ricordando ancora ad Attilio Solinas il ruolo che i media e la stampa avrebbero nel distruggere la sua immagine. Ma anche il discredito sul posto di lavoro, le famiglie che magari, s’intende, possono essere vicine al medico in quanto professionista della salute. Nome sporcato, dunque e la reiterata minaccia che il materiale pornografico in loro possesso potrebbe causare gravi danni. “… può causare abbastanza danni nella vostra vita. Credimi non sto scherzando…”.

Avvertono Attilio Solinas di essere pronti a “rilasciare” il materiale su tutti i grandi siti internet di condivisione. Il violento delirio di chi scrive non ha limiti, le minacce scorrono con lo stesso impeto di un fiume in piena. “… Quindi risposta me vuole avere l’immagine si appanna, sporca negli occhi di tutti? diventare l’astuzia, la vergogna di tutti i vostri cari? Perché io sono più determinato ha rot si vita era lo rende uno spreco, un bidone della spazzatura può, una vergogna, una vergogna, un inferno, un disastro, un inferno sulla terra e anche ricordarvi che io sono senza cuore non ho nessuna pietà per marcire la vita e la vostra. Ti marcire la vostra vita di ogni giorno e sarai licenziato dal suo lavoro…”.

Solinas viene avvisato del profilo fake e di lì scatta la denuncia presso gli specialisti della Polizia postale di Perugia. In via Mario Angeloni, che di denunce simili e anche peggio, sono abituati a vederne di continuo si attivano subito e il falso Solinas su Facebook viene oscurato.

Tenendo conto, se non andiamo errati, che la denuncia è stata fatta di domenica, magari sul fake il fotomontaggio è rimasto un po’ troppo tempo prima che gli amministratori del potentissimo Social network siano potuti intervenire. Abbiamo interpellato ancora Attilio Solinas che dichara: «Non so se esiste già qualcosa in merito, ma credo sia opportuno intervenire presso i parlamentari umbri, penso in particolare al sottosegretario al Ministero dell’Interno Giampiero Bocci , affinché si pensi ad una legge dello Stato italiano che imponga ai Social Network,in particolare a Facebook, la tutela assoluta dell’utente in termini di sicurezza e protezione da atti criminali, attraverso un sistema che intervenga in brevissimo tempo per bloccare profili o post falsi. Non so come questo si possa conciliare con il principio (troppo?) libertario dei Social e con la loro diffusione e valenza globali, ma credo sia indispensabile trovare una soluzione per contrastare il diffondersi di atti illegali in questo ambito. Oltre a dare un congruo contributo fiscale al nostro Paese, che conta milioni di utenti, il sistema dei Social dovrebbe tutelare nel modo più efficace e rapido possibile la sicurezza di chi vi accede quotidianamente ed è esposto ad azioni illegali di vario tipo». Il resto è storia di questi giorni a partire dalla intervista rilasciata a Repubblica firmata da Fabio Tonacci

La nostra intervista

La mail della banda

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