La raccolta differenziata costa meno senza inceneritori

A Corciano è proseguito il tavolo 'La Fabbrica dei Materiali Umbria'

La raccolta differenziata costa meno senza inceneritori

La raccolta differenziata costa meno senza inceneritori

Differenziata e recupero di materia costano meno di inceneritori e discariche. Perché proprio dove resistono comportamenti poco virtuosi si producono più rifiuti necessari ad alimentare i termovalorizzatori. A Corciano si è tenuto il quarto incontro su “La Fabbrica dei Materiali Umbria – la transizione ecologica del ciclo dei rifiuti” organizzato dal Movimento 5 Stelle Umbria.

“Per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050 come obiettivo posto dall’Unione Europea è necessario un percorso di transizione – ha spiegato il portavoce regionale Thomas De Luca – perché non adottare questo paradigma nel recupero di materia e chiudere definitivamente con discariche e inceneritori? I dati dicono chiaramente che dove la raccolta differenziata è bassa si producono più rifiuti e che l’inceneritore non elimina la discarica”.

Al contrario, con il nuovo impianto di incenerimento previsto dalla giunta Tesei il flusso di rifiuti che finirà in discarica sarà pari a 30 mila tonnellate tra ceneri e scorie. Dopo Narni, Gualdo Tadino e Spoleto anche l’incontro di Corciano ha visto la partecipazione di tanti attivisti e cittadini. Molte le domande e le curiosità a cominciare dal rincaro delle tariffe sui rifiuti, isole ecologiche e porta a porta, giusta e corretta informazione per utenti e operatori, fino alla raccolta degli olii. “Dicono che la raccolta differenziata costa, ma allora quanto costano le isole ecologiche? Da noi la Taric è più cara” sono state alcune delle domande più ricorrenti.

Per la senatrice Emma Pavanelli: “Qualcuno ha un’idea molto particolare di economia circolare, e cioè bruciare rifiuti e mettere il resto in discarica. Possiamo fare di più, abbiamo un know how che altri paesi ci invidiano. Possiamo creare posti di lavoro e recuperare materie fondamentali oggi in periodo di crisi energetica. Lo scenario attuale incide sullo stato di salute delle aziende. Questo territorio ha una lunga tradizione nel settore del vetro. Pensate quanto risparmio oggi per queste aziende se avessero la possibilità di recuperare, sanificare e rivendere le bottiglie”.

In sala anche la consigliera Chiara Fioroni di Corciano: “Siamo preoccupati perché la discarica di Borgo Giglione, che doveva essere chiusa da anni, continua invece ad essere ampliata. Le isole ecologiche, di fatto, sono utilizzate a scapito del porta a porta. O investiamo su impianti di trattamento e diminuiamo la produzione di rifiuti oppure andiamo verso un nuovo inceneritore. Un mostro che ha bisogno di una quantità enorme di mondezza da bruciare”.

Per il consigliere di Piegaro, Luca Sargentini: “Non è vero che il modello Contarina è unico e irripetibile. Piegaro era al 70% di raccolta differenziata ed ultimamente è andata calando. Bisogna iniziare un percorso virtuoso. Possiamo lavorare su compostaggio di comunità e su eco-compattatori ma serve partire”.

È possibile fare meglio? Il modello Contarina citato ne La Fabbrica dei Materiali Umbria dimostra che è possibile. Oggi il 40% dei rifiuti nella nostra regione finisce in discarica mentre il 58% di riciclo è un buon dato ma che si può migliorare mentre il recupero energetico da incenerimento con cui tanti si riempiono la bocca porta in concreto un contributo meno che marginale.

Secondo il piano elaborato dal M5S Umbria è possibile arrivare al 90% di raccolta differenziata, ridurre del 20% la quantità di rifiuti prodotti e arrivare al totale recupero della materia destinando in discarica appena il 4% di rifiuti, percentuale che si può ulteriormente ridurre. Ripensando il territorio regionale in ecodistretti che operano secondo la rigenerazione ambientale delle matrici, la discarica sarebbe a quel punto solo qualcosa da bonificare e non da riempire.

“Il recupero di materia – ha concluso De Luca – è strategico in un momento di crisi come quello attuale sia in termini di neutralità climatica che di rigenerazione ambientale, crea ricchezza e nuova occupazione e inoltre garantisce la sicurezza nazionale perché ci porta verso verso l’indipendenza energetica anche da quei paesi che non rispettano i diritti umani. Lottiamo per un futuro senza inceneritori e discariche al fianco di cittadine e cittadini che vogliono nella nostra regione politiche coerenti con le linee dell’Unione Europea su economia circolare e transizione ecologica. Eliminare il rifiuto da conferire in discarica e favorire il suo utilizzo come risorsa attraverso riuso, recupero e riciclo della materia seconda non solo è possibile, ma crea ricchezza e posti di lavoro”.

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