Morte cerebrale per Monia Andreani, ricercatrice, via libera a donazione organi

Morte cerebrale per Monia Andreani, ricercatrice, via libera a donazione organi

Morte cerebrale per Monia Andreani, ricercatrice, via libera a donazione organi Si era sentita male durante una nuotata al largo della spiaggia di Sassonia, a Fano. Era stata trasportata all’ospedale in condizioni gravissime. Il quadro clinico di Monia Andreani, la docente universitaria perugina di 45 anni, è grave e non recuperabile e nel pomeriggio si procederà con l’accertamento di morte cerebrale. I genitori della docente universitaria 45enne residente a Barchi, sono stati messi di fronte alla possibilità di valutare una scelta d’amore verso gli altri e hanno deciso di far continuare a far vivere una parte di Monia in qualcun altro.

La Andreani, aveva avuto un malore in mare, durante la sua consueta nuotata. Un malore improvviso che l’ha tenuta col viso sott’acqua per non si sa quanto tempo. Erano le 11.45, quando un bambino che giocava in spiaggia ai Bagni Maurizio di Sassonia ha lanciato l’allarme. Subito una delle due amiche che erano con lei si è gettata in mare per tirarla a riva. Aveva le labbra nere e gli occhi stralunati, sbarrati e non reattivi. I medici del 118 e i bagnini le hanno praticato il massaggio cardiaco per circa 20 minuti, poi una volta stabilizzata, la corsa in ospedale.

Ricercatrice di Bioetica all’Università di Urbino Carlo Bo e di Filosofia Politica all’Università per Stranieri di Perugia, è molto stimata e apprezzata per il suo impegno professionale, ma anche civile.

 

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