I SOLISTI DI PERUGIA” SUONERANNO A VALTOPINA IN OCCASIONE DI SANTA CECILIA PATRONA DELLA MUSICA “BOUQUET CLASSICO”

<p>(UJ.com) PERUGIA - PERUGIA – L’ orchestra de “I Solisti di Perugia” suonerà a Valtopina in occasione di Santa Cecilia patrona della musica. Il concerto, che si chiama “Bouquet classico”, si terrà domenica 22 novembre alle ore 17 Presso Sala congressi del Centro polivalente “Subasio”. Il programma di sala prevede: W.A.Mozart “Eine kleine Nachtmusik” KV525 (Allegro) - F.J.Haydn “Presto” dal Concerto in Do Magg. per Violino e orchestra (Solista: Luca Arcese) - L.Boccherini “Ritirata” da “La Musica notturna delle strade di Madrid” - J.N.Hummel “Fantasia” per Viola e orchestra (Solista: Luca Ranieri) - G.Rossini Sonata n°1 in Sol Magg. (Allegro) - C. Saint-Saens “Allegro Appassionato” per V.cello e orchestra (Solista: M.Cecilia Berioli) P.I.Ciaikowsky Serenata op.48 (Walzer) - A.Piazzolla “Inverno Porteno” per Violino e orchestra (Solista: Paolo Franceschini) - P.Mascagni Intermezzo da “Cavalleria Rusticana” L.Boccherini Ciaccona dalla Sinfonia n°12.</p>
<p>Quello di Valtopina sarà il quarto concerto di un piccolo festival che è cominciato a Gubbio, poi Città di Castello, Spoleto e Valtopina, tutto legato alle eccellenze enogastronomiche della nostra regione. Il Bouquet Classico è una raccolta dei brani “hit” della musica classica, i brani più conosciuti e famosi anche presso il grande pubblico. «L’intento che abbiamo avuto nell’allestire questo programma – spiega Maria Cecilia Berioli,vicepresidente della Associazione i Solisti di Perugia – è quello di avvicinare la gente alla musica classica, offrendo delle opere che sono molto conosciute. Brani che, in forme diverse,‘abitano’ nella nostra vita quotidiana: dalle sigle pubblicitarie, alle suonerie dei telefonini, fino all’ascolto giornaliero che c’è nelle stesse radio». Si vuole, in realtà, dimostra quanto la musica classica sia vicina alle persone, che magari, anche in modo inconsapevole, conoscono già.</p>
<p>La caratteristica di questo Bouquet classico è quella che le opere non saranno eseguite integralmente, ma come in ogni antologia, saranno offerti degli estratti. Ci saranno opere molto amate dal pubblico, ne sono esempio La ritirata e La musica notturna delle strade di Madrid. Con effetti scenici straordinari: si passa dal “pianissimo” quasi impercettibile con la ronda che arriva al tramonto e che traccia un grande affresco delle strade madrilene, con rumori assordanti e improvvisi che impregnano la città per poi scomparire di nuovo. Il concerto sarà anche un percorso nella storia della musica in quanto, dal classicismo vero e proprio si “avanzerà” progressivamente fino ad arrivare a Gioacchino Rossini che è l’anello di congiunzione con l’epoca profondamente romantica.</p>
<p>Con Saint-Saens sì è, infatti, in pieno romanticismo. Poi la “Serenata per archi”, per arrivare al ‘900 con Astor Piazzolla e “Inverno Porteno”, scritte per violino e orchestra. Poi ancora il ‘900 con la Cavalleria rusticana, quindi un salto in dietro con Boccherini con la “Ciaccona” altrimenti detta la Casa del diavolo per un motivo soltanto scenografico, in quanto dotata di grandi effetti e sarà la degna chiusura del Bouquet Classico. Santa Cecilia è venerata come martire e patrona dei musicisti e dei cantanti, appartenne ad una delle più illustri famiglie romane e nel III secolo fu una delle più grandi benefattrici della Chiesa.</p>
<p>Secondo un testo, più letterario che storico, sarebbe stata costretta a sposare un giovane pagano ma durante la festa nuziale tra melodie e musiche, il suo cuore cantava lodi a Dio, al quale era stata consacrata. Condannata a morire nelle acque bollenti delle terme, rimase miracolosamente illesa ed invano un carnefice tentò per tre volte di decapitarla. L’agonia durò quattro giorni poi venne deposta nella tomba vestita di broccato d’oro. Il fatto che la Santa romana sia stata considerata patrona dei musicisti, si spiega appunto con un passo della leggendaria “Passione” in cui si racconta che mentre gli organi suonavano, ella nel suo cuore, cantasse inni al Signore.</p>
<p>È quanto mai incerto il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della musica. In realtà, un esplicito collegamento tra Cecilia e la musica è documentato soltanto a partire dal tardo Medioevo. La spiegazione più plausibile sembra quella di un'errata interpretazione dell'antifona di introito della messa nella festa della santa (e non di un brano della Passio come talvolta si afferma).</p>
<p>Il testo di tale canto in latino sarebbe: "Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar" ("Mentre suonavano gli strumenti musicali (?), la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa").</p>
<p>Per dare un senso al testo, tradizionalmente lo si riferiva al banchetto di nozze di Cecilia: mentre gli strumenti musicali (profani) suonavano, Cecilia cantava a Dio interiormente. Da qui il passo ad un'interpretazione ancora più travisata era facile: Cecilia cantava a Dio… con l'accompagnamento dell'organo! Si cominciò così, a partire dal XV secolo (nell'ambito del Gotico cortese) a raffigurare la santa con un piccolo organo portativo a fianco. Santa Cecilia, affresco nella Chiesa Madre di Santa Maria di Licodia In realtà i codici più antichi non riportano questa lezione dell'antifona (e neanche quella che inizierebbe con Canentibus, sinonimo di Cantantibus), bensì Candentibus organis, Caecilia virgo….</p>
<p>Gli "organi", quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura, e l'antifona descriverebbe Cecilia che "tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore". L'antifona non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio. Dedicato alla santa, nel XIX secolo sorse il cosiddetto Movimento Ceciliano, diffuso in Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all’influsso del melodramma e della musica popolare.</p>
<p>Sotto il nome di Santa Cecilia sorsero così scuole, associazioni e periodici. Cecilia, in quanto patrona della musica e musicista lei stessa ha ispirato più di un capovolavoro artistico, tra cui l'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, oggi a Bologna (una copia della quale, realizzata da Guido Reni, si trova nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Ricordiamo anche la Santa Cecilia di Rubens (a Berlino), del Domenichino (a Parigi), di Artemisia Gentileschi. In letteratura, Cecilia è stata celebrata specialmente nei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, in un'ode di John Dryden poi messa in musica da Haendel nel 1736, e più tardi da Hubert Parry (1889).</p>
<p>Altre opere musicali dedicate a Cecilia includono l'Inno a santa Cecilia di Benjamin Britten, un Inno per santa Cecilia di Herbert Howells, la nota Missa Sanctae Ceciliae di Joseph Haydn, una messa di Alessandro Scarlatti, la Messe Solennelle de Sainte Cécile di Charles Gounod, Hail, bright Cecilia! di Henry Purcell e l'Azione sacra in tre episodi e quattro quadri di Licinio Refice (su libretto di Emidio Mucci), Cecilia (1934).</p>
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