Partita la fase 1 della vendita delle acciaierie di Terni
E’ partita la ‘fase 1’ della procedura di vendita di Acciai speciali Terni da parte di ThyssenKrupp. Lo hanno reso noto le segreterie territoriali dei metalmeccanici dopo un incontro con l’amministratore delegato dell’azienda, Massimiliano Burellli. L’ad – riferiscono Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb – ha spiegato che questa fase corrisponde all’accesso da parte dei possibili acquirenti di una parte limitata di documentazione relativa all’azienda.
“Questa fase – spiegano i sindacati in una nota congiunta – dovrebbe durare fino a 30-60 giorni ed è completamente gestita dalla banca d’affari JP Morgan che dovrà individuare i player che hanno le caratteristiche per le fasi ulteriori ed arrivare ad offerte vincolanti”.
Le organizzazioni sindacali hanno preso atto delle dichiarazioni e hanno ribadito le “rivendicazioni che da sempre portano avanti, per garantire i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto”. “Oggi più che mai serve che le istituzioni locali – sottolineano – il Governo regionale e nazionale e la politica tutta, svolga il proprio ruolo al fine di salvaguardare le produzioni strategiche per Terni e per il Paese”.
C’è anche il futuro di Ast nel piano nazionale sulla siderurgia in discussione al Senato. Il Governo si impegni “a realizzare un piano strategico per la siderurgia utilizzando anche le risorse del Recovery fund e il ruolo propulsivo di Cassa depositi e prestiti ed Invitalia, al fine di riaffermarne il ruolo strategico”. E’ il contenuto della mozione del gruppo di Fratelli d’Italia.
“Grazie a FdI ora il Parlamento indica al Governo la strada per far valere l’interesse nazionale. Penso allo stabilimento di Terni, eccellenza dell’Umbria con un ruolo strategico nell’inox – così il senatore Franco Zaffini – e le cui vicende proprietarie non possono essere lasciate al libero mercato ed alla trattativa tra privati. Ribadiamo la proposta di FdI di esercizio del ‘golden power’ ovvero procedere all’acquisto di una quota, anche simbolica, da parte di Invitalia o di Cassa depositi e prestiti, al fine di vigilare sulle trattative messe in atto dall’attuale proprietà tedesca”.
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