
di Giuseppe Castellini
Intervista esclusiva alla signora Elena Falini, che ha vissuto a lungo a Corte insieme al marito, che era l’autista del Re. La vita quotidiana, le passioni, le abitudini, gli incontri, i rapporti con la regina Maria Josè e le amarezze di Sua Maestà. La signora, umbra di Collelungo di San Venanzo come il marito (scomparso qualche anno fa), parla per la prima volta dopo anni in cui tv, giornali e settimanali le avevano chiesto di farsi intervistare.
La vita quotidiana di Umberto II di Savoia, il “Re di maggio”, le sue abitudini, le sue passioni, gli incontri con Re Farouk d’Egitto, Edith Piaf, Onassis, Salvador Dalì, Amalia Rodriguez, i rappresentanti delle Casate europee e molti altri. I continui regali dall’Italia, da parte dei più famosi stilisti italiani, alle principesse Maria Pia, Maria Beatrice e Maria Gabriella e i caratteri delle tre principesse. Gli spostamenti, in Portogallo e in Europa, esclusivamente su auto Fiat, donate a ogni uscita di un nuovo modello dalla Casa torinese. I giochi atletici del principe Vittorio Emanuele con l’attuale re di Spagna, Juan Carlos di Borbone, e i loro caratteri. I viaggi e le 60 grandi casse piene di documenti, gioielli e quadri preziosi trasportate da Montpellier a Cascais quando morì la regina Elena, madre di Umberto II.
E poi le visite, ogni 13 del mese, alla Madonna di Fatima, la vita di Corte con le sue regole (ai pasti tre gong, il primo per annunciare che il pasto era pronto, il secondo per chiamare a tavola, il terzo all’arrivo del Re, dopodiché nessuno più – nemmeno il principe e le principesse – poteva entrare nella sala da pranzo) e i suoi inchini. Ma anche le amarezze, a cominciare da quella partenza, il 13 giugno 1946, che poi si è trasformata in esilio (“Gli italiani non mi hanno voluto e io mi sono ritirato e mi ritirato”), nonostante nessuno, in quel momento, gli avesse prospettato questa sorte (“Mai si parlò di esilio, da parte di nessuno. Né mai, io almeno, ci avevo pensato”, disse).
Sono alcuni dei contenuti, e delle rivelazioni, della signora Elena Falini, sulla sua permanenza alla Corte di Umberto II di Savoia, il “Re di maggio”, a Villa Italia, a Cascais, durante l’esilio in Portogallo. Il marito di Elena Falini, Carlo Maurini, era l’autista del Re e la signora ha prestato servizio a Corte per anni, curando soprattutto le principesse, che vivevano con Umberto II, mentre il principe Vittorio Emanuele viveva in Svizzera, con la madre Maria Josè. La lunga intervista alla signora Falini, realizzata dal direttore del Giornale dell’Umbria, Giuseppe Castellini, piena di ricordi e di inediti, è pubblicata in esclusiva oggi, 24 gennaio, sul Giornale dell’Umbria. La signora e suo marito (deceduto qualche anno fa), entrambi umbri, al loro ritorno in Italia hanno vissuto a Collelungo di San Venanzo, ai confini con il comune di Masciano, dove la signora risiede tuttora.
Elena Falini (che riporta anche alcune confidenze del marito che, trasportando ovunque Umberto II, dialogò molto con il re ma tenendo il più stretto riserbo), ha deciso di parlare per la prima volta, nonostante per anni abbia ricevuto richieste da Tv, giornali e settimanali.
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