
RU486 e regole, Familiy Day e Asso Famiglie, risultato amaro
Ci voleva più coraggio, si doveva rimanere sul proprio percorso, per tutelare la libertà e la salute della donna, come peraltro aveva già fatto il Piemonte e come era molto semplice procedere, restando sulle proprie, fondate, determinazioni. Si è invece scelta la strada di banalizzare e rendere insicura la via ad una pratica pericolosa ed estremamente invasiva, dal punto di vista sia fisico che psicologico.
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Continuiamo a ribadire che la libertà di scelta e la salute della donna sono tutelate solo in regime di ricovero ospedaliero, con il quale è garantita la supervisione medica e, al contempo, la possibilità di dimettersi e rinunciare alla medesima, tornando a casa come in regime di day hospital e procedere in solitudine all’assunzione della seconda compressa di RU486, affrontano da sole quei dolorosi e drammatici momenti della morte ed espulsione del bambino, con tutti i rischi che ne conseguono.
- Ciò che risulta evidente, è che è stato fatto un passo peggiorativo, in termini di sicurezza sanitaria per la donna, persino rispetto a quanto accadeva con la giunta Marini!
In Umbria, dopo decenni di scelte politiche contro la vita, era doveroso un cambiamento sostanziale e visibile, senza passi indietro dovuti allo strumentale chiasso delle polemiche.
Di fronte al procedere a grandi passi verso l’abisso di anomia e disperazione a cui porta l’aborto – con la completa responsabilità di condurvi anche le nuove generazioni, alle quali questa politica non sa insegnare la bellezza della Vita sempre e comunque – il Family Day e ANFN non resteranno fermi a guardare. Chiederemo intanto un incontro con la Presidente Tesei per un confronto che, in ragione della sottoscrizione del manifesto, riteniamo doveroso e continueremo a combattere ogni tentativo culturale e legislativo che banalizza il dramma dell’aborto, lavorando costantemente affinché sia tutelata la salute della donna e garantita la possibilità di fare una scelta diversa: far nascere il proprio figlio.
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