
Altri medici e 1 miliardo alle Regioni per ridurre liste attesa
“È un problema che viene da lontano ed è stato ulteriormente complicato dal Covid. Abbiamo già indirizzato un miliardo di euro, in due tranche, alle Regioni per affrontarlo e ci aspettiamo di vedere presto i risultati. La questione attese è legata al numero di medici più che alle attrezzature. Sul personale abbiamo avviato un’operazione mai vista”. Lo afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’.
Fonte: Adnkronos
“Nel nostro Paese si finanziavano in media 5 o 6 mila borse di specializzazione in medicina l’anno. Così il numero dei nuovi medici pronti a entrare nel sistema era sempre inferiore a quello di chi andava in pensione o comunque lasciava. Negli ultimi due anni abbiamo finanziato prima 13.400 borse e poi 17.400. C’era un imbuto formativo, ora non esiste più. – ha spiegato Speranza – i medici non si comprano sul mercato internazionale, come i camici o i respiratori. O li hai formati con una programmazione pluriennale o non li hai. Noi negli ultimi due anni abbiamo finalmente investito come si doveva. Per l’immediato il miliardo di euro in più servirà a comunque a recuperare con interventi straordinari”.
Sulla lotta al Covid Speranza ha precisato che “abbiamo già messo molte risorse al di fuori del fondo sanitario nazionale per la pandemia. Ne servono ancora e le troveremo. Sono stati anni difficili e avremo altre spese, ad esempio per i vaccini. Ma non è accettabile che il dibattito non tenga conto di un dato di realtà: così tanti soldi sulla sanità non sono mai stati messi”.
Inoltre “Arriveranno 20 miliardi grazie al Pnrr. Poi ci sono 625 milioni che per la prima volta la programmazione europea riserva al ‘Pon’ salute, per le aree svantaggiate. Quei soldi vanno al Sud e serviranno anche a recuperare gli screening oncologici saltati”.
Forse il Ministro Speranza ha dimenticato che a cominciare dal governo del “salvatore d’Italia” (leggasi Monti) e a seguire quello del “rottamatore” (leggasi Renzi) i finanziamenti per la Sanità sono stati via via diminuiti e quindi oggi ne subiamo le conseguenze. Comunque, non è solo il numero di medici responsabile della qualità della Sanità, ma anche la qualità del personale sanitario e il “rapporto tra il tempo dedicato alle strutture pubbliche e quello dedicato all’attività privata”. Quest’ultimo aspetto ritengo sia quello più dolente.