TERNI, RELIQUIE DI GIOVANNI PAOLO II, CONCLUSIONE DEL PELLEGIRNAGGIO

Monsignor Bassetti
Monsignor Bassetti
Monsignor Bassetti

TERNI – Un testimone della fede vissuta in pienezza e sublimata nella sofferenza. Un messaggio che forte è risuonato nella memoria quello di Giovanni Paolo II le cui reliquie sono state in questi giorni in diocesi in occasione del 58 anniversario della morte di Giunio Tinarelli. La conclusione di questo pellegrinaggio è stata solennizzata ancora di più dalla presenza di mons. Gualtiero bassetti arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e prossimo cardinale che ha presieduto la concelebrazione nella cattedrale di Terni con il vescovo Ernesto Vecchi, i sacerdoti della diocesi e alla presenza del prefetto Gianfelice Bellesini, del sindaco Leopoldo Di Girolamo, del vice presidente della Provincia Piacenti D’Ubaldi e delle autorità militari. Grande la rappresentanza regionale dell’Unitalsi, dei Volontari della Sofferenza e dei Cavalieri dell’Ordine Equestre del santo Sepolcro.

«Una celebrazione così importante e significativa – ha detto mons. Bassetti nell’omelia – in cui vengono portate alla nostra attenzione due figure di uomini e di cristiani esemplari: il beato Giovanni Paolo II e il venerabile Giunio Tinarelli, che hanno saputo seguire Cristo nella quotidianità della vita, fino all’estrema immolazione sull’altare della sofferenza. Due figure estremamente diverse, ma, nella sostanza, fondamentalmente uguali: entrambi uomini che hanno vissuto in pienezza la fede cristiana e hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, cioè hanno partecipato in modo tutto speciale alla passione del Signore. Il ricordo del grande Papa, il beato Giovanni Paolo II, ci viene offerto dal passaggio in Diocesi di una sua reliquia, un grumo di sangue, prelevato in uno dei suoi tanti ricoveri ospedalieri. La vita di papa Wojtyla è ancora nel ricordo di tutti noi. Egli è stato un fedele testimone del Signore Gesù. Ha annunciato il Vangelo in ogni angolo della terra, non si è sottratto alla croce e, possiamo dire, tutta le sua vita è stata un autentico calvario. Fin da giovane ha dovuto affrontare lutti e sofferenze. Anche da Papa nessuna umiliazione gli è stata risparmiata, fino al tragico attentato in piazza San Pietro, dal quale si salvò solo per miracolo: era il 13 maggio 1981. Appena qualche mese prima il 19 marzo 1981 fu pellegrino a Terni. Aveva scelto la data della festa di San Giuseppe, umile lavoratore e padre putativo di Gesù, per venire a visitare ed incontrare gli operai delle Acciaierie. Fu una giornata memorabile! E fu anche un vero pellegrinaggio, perché ogni luogo di lavoro, dove le persone si sacrificano, sudano e soffrono, nella visione cristiana della dignità umana, è anch’esso un sacrario. Giovanni Paolo II, che da giovane aveva fatto l’operaio, si fermò a lungo con gli operai e con loro consumò il pane dell’amicizia e della condivisione. Venne anche in questa insigne cattedrale, per salutare il clero, i religiosi e gli ammalati qui convenuti da tutta la diocesi. Rivolgendosi alle decine si persone che erano sulle carrozzine o sulle barelle, accompagnate dai volontari dell’Unitalsi, ricordò come: “I santi, i cristiani autentici, illuminati dalla grazia dello Spirito, hanno saputo intuire il significato e la fecondità del loro dolore”. E fece riferimento alla bella figura di laico e di sofferente per Cristo che è stato Giunio Tinarelli, di cui ricorre quest’anno il 58° anniversario della pia morte. Disse il Papa: «In questa Cattedrale c’è una tomba, sulla quale si legge questa semplice e toccante scritta: “Giunio Tinarelli testimone di fede e di amore nella sofferenza”. Voi sapete chi è stato Giunio Tinarelli: un vostro concittadino nato nel 1912; vostro contemporaneo quindi. Nel ricordo di questo esemplare cristiano, vi chiedo di pregare e di offrire le vostre sofferenze per l’umanità, per la Chiesa, e anche per me, perché il mio universale servizio pastorale si compia sempre secondo la volontà di Dio. La sofferenza fa paura anche a noi cristiani, anche noi siamo assaliti dallo sgomento di fronte al dolore, specie degli innocenti. Ma essa acquista significato, grazie alla forza della fede, che sa unire il dolore dell’uomo a quello redentivo del Cristo. In Lui le nostre sofferenze trovano significato. Giovanni Paolo II e Giunio Tinarelli sono ora nel regno dell’intercessione e della beatitudine. Ad essi affidiamo le nostre preghiere e suppliche al Dio della misericordia, perché ci conceda di vivere da cristiani autentici, da testimoni viventi dell’Agnello di Dio che si è caricato dei peccati del mondo, perché tutti avessimo la vita, una vita nuova, che sarà senza più dolore né lutto».

Nella mattinata è stata celebrata una messa commemorativa dal vescovo Ernesto Vecchi che ha ricordato anche lui la figura di Giunio Tinarelli: “ Dobbiamo questa iniziativa all’Unitalsi, che ha voluto ricordare il suo fondatore, il Venerabile Giunio Tinarelli, deceduto all’età di 44 anni, dopo averne trascorsi 18 nella totale immobilità e tra sofferenze inaudite. La Chiesa dei Santi Valentino Giovenale e Firmina, custodisce tra i suoi tesori di famiglia questa figura laicale esemplare: per la sua testimonianza di fede e di amore a Cristo crocifisso. Un laico ternano esemplare, autentico gioiello del nostro prezioso tesoro di santità diocesana. Giunio, nella sua vita, ha espresso non pochi aspetti della testimonianza di fede che ritroviamo nel Beato Papa Giovanni Paolo II, tra i quali ne emergono tre: la condizione operaia; lo zelo apostolico; l’eroica partecipazione alla Croce di Cristo.

In questo periodo, dunque, siamo esortati a riscoprire il valore spirituale, pastorale e civile della domenica, che proprio il Beato Giovanni Paolo II – quindici anni fa – ha rilanciato con forza nella prassi ecclesiale, mediante la Lettera Apostolica «Dies Domini» (31 maggio 1998). La domenica infatti porta in sé la sorgente della grazia, per vivere il “giorno dopo il sabato” come giorno del Signore, giorno di Cristo, giorno della Chiesa, giorno dell’uomo e giorno dei giorni.

Pertanto, la domenica è un’autentica scuola, un itinerario permanente di pedagogia ecclesiale, per la riqualificazione della comunità cristiana, attorno all’Eucaristia. In quest’ottica, il laico cattolico è chiamato a riesplorare i fondamenti del proprio ruolo nella Chiesa e nella società. Questo ruolo trova compimento e sostegno dinamico nell’Eucaristia fonte di ogni risorsa spirituale e culmine di ogni operosità ecclesiale.

Il nostro Venerabile Giunio Tinarelli ne è un esempio lampante: tutta la sua vita è un’emblematica testimonianza. La sua santità è testimoniata dalle sue virtù eroiche, ma tutti noi – davanti alle reliquie del Santo Papa Giovanni Paolo II – imploriamo, per sua intercessione, la beatificazione di questo nostro fratello, per rinvigorire nella Chiesa di Terni – Narni – Amelia, quello slancio missionario, tanto auspicato da Papa Francesco».

Dopo la celebrazione è seguita la cerimonia di inaugurazione della targa presso la mensa aziendale dell’Acciaieria a ricordo di quel 19 marzo 1981 quando il papa Giovanni Paolo II pranzò in mensa con gli operai.

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