
(umbriajournal.com) PERUGIA – La Giunta regionale fornisca informazioni ufficiali ed esaustivamente documentate sul nuovo assetto societario di Umbria Mobilità Esercizio srl. Renda noti tutti i dati disponibili sulla procedura di aggiudicazione del 70 per cento di Umbria Mobilità Esercizio alla società BusItalia.
Manifesti i propri intendimenti per svolgere comunque un ruolo significativo nel nuovo assetto societario, per garantire l’efficienza della gestione, soprattutto al fine di evitare la riduzione del personale in servizio e salvaguardare i livelli occupazionali e gli stipendi dei lavoratori dipendenti.
Questo quanto richiesto alla Giunta regionale da Maria Rosi, consigliere regionale del Nuovo Centrodestra, sottolineando che ad oggi “il Consiglio regionale non dispone di dati certi ed ufficiali”. Rosi spiega che “a seguito dell’operazione di scorporo, è stata costituita la società Umbria Mobilità Esercizio srl, cui fa capo il personale viaggiante e la flotta dei mezzi aziendali di Umbria Mobilità.
Da notizie di stampa si apprende che il processo di privatizzazione della società sta ormai avviandosi a compimento in quanto, nella relativa procedura di aggiudicazione, la Commissione di gara, composta dal presidente di Gepafin, dal direttore amministrativo di Umbria Mobilità e dal un consulente legale, ha effettuato l’aggiudicazione provvisoria del 70 per cento di Umbria Mobilità Esercizio alla società BusItalia (Gruppo Ferrovie dello Stato), società che si occupa del trasporto su gomma anche in altre realtà del Paese”.
Il consigliere regionale di opposizione precisa che “la Commissione di gara ha provveduto ad effettuare l’aggiudicazione sulla base dell’unica offerta pervenuta, valutando la proposta tecnica aziendale ed economica pari a 21 milioni di euro (base d’asta) più 210mila euro (+1 per cento rispetto alla base d’asta, cioè l’offerta minima prevista). Sempre da notizie di stampa – continua – si apprende che l’offerta di BusItalia contiene anche un piano industriale (2014 – 2022) che per accrescere l’efficienza della società regionale prevede una generale riorganizzazione dell’azienda, sia per quanto riguarda i mezzi che, soprattutto, il personale.
In particolare, per quanto concerne il personale, che ad oggi ammonta a circa 1.300 dipendenti, è prevista una razionalizzazione di lungo periodo che porterà ad un ridimensionamento dell’organico, realizzato mediante i pensionamenti ed il blocco del turn over. Condizione per scongiurare il taglio del personale in servizio è, tuttavia, che non vi sia una netta diminuzione delle risorse a disposizione del trasporto pubblico locale, poiché, qualora ciò accadesse, la riduzione dei livelli occupazionali sarebbe una scelta ineludibile per mantenere in vita la società. Da più parti – conclude Rosi – si è inoltre sollevato il problema dello stipendio dei dipendenti e, in particolare, della eccessiva sproporzione tra quest’ultimo ed il compenso di quanti ricoprono ruoli apicali e manageriali”.
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