

(umbriajournal.com) PERUGIA – La maternità della donna africana e le differenze legate alle diverse tradizioni culturali del parto: di questo si è parlato questo mattina durante il seminario “L’Africa è donna” svoltosi presso la Sala Falcone e Borsellino della Provincia di Perugia.
L’evento, promosso dalla Provincia di Perugia in collaborazione con “Femme solidaires Perugia”, l’Associazione Umbria Africa, la Casa delle Culture Africane, e promosso dall’Associazione “Sviluppo, Welfare e Innovazione per l’Umbria”, ha rappresentato l’occasione per approfondire il ruolo della donna africana e le difficoltà che si possono incontrare quando la maternità si svolge in contesti culturali differenti rispetto ai propri paesi d’origine.
A fornire spunti di riflessione il vice presidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi nella veste anche di presidente dell’Associazione SWI, il presidente dell’Associazione Umbria-Africa e coordinatore della Casa delle Culture Africane Paul Dongmeza, l’ostetrica Valentina Baglioni l’infermiera Julie Jasemini e il medico Ngab Gadji.
“I contenuti che abbiamo esposto oggi offrono sicuramente una chiave di lettura di come viene vissuta la gravidanza e il parto nei paesi africani – ha esordito il vice presidente Rossi – questo concretizza il lavoro che abbiamo pensato nel momento della nascita della Casa delle culture Africane. L’auspicio è, in primo luogo, che le donne africane che partoriscono nei nostri servizi siano rispettate nei confronti del loro approccio culturale all’evento – ha concluso – e che quando si parla di immigrazione non si deve pensare solo alla barcone che arriva sulle nostre coste a portare problemi, ma è necessario spiegare il perché le persone fuggono dai loro paesi, e perché fra queste, ci sono molte donne che decidono di venire e partorire in Italia mettendo a rischio la propria vita e quella del nascituro”.
“Questo evento – ha continuato Dongmeza – è nato dall’esigenza di comunicare e promuovere la donna africana non come soggetto debole, ma come protagonista di un processo di crescita soprattutto in Africa, dove l’economia e lo sviluppo, si basano principalmente su attività femminili. Oggi assistiamo ad una inversione di tendenza rispetto al passato – ha precisato – le donne stanno progressivamente assumendo posti di primo piano, rappresentando un primato con presente femminili nei ruoli chiave nel contesto economico, politico e culturale”.
Significativi anche gli interventi dell’ostetrica Baglioni che ha riportato la sua esperienza personale presso l’ospedale San Jhosep di Bededja, del medico Gadji che ha parlato dell’organizzazione sanitaria e delle problematiche legate alla gravidanza in Ciad, mentre l’infermiera Jasemeni ha approfondito il tema della maternità nella donna africana e l’accoglienza del neonato.
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