

(umbriajournal.com) PERUGIA – “Una valanga si sta abbattendo sulle piccole imprese: sono le decine di scadenze fiscali e contributive che dobbiamo onorare entro l’anno e che non ci fanno dormire la notte. In molti Comuni stanno arrivando in questi giorni, oltre alla seconda rata, anche i conguagli della Tares per cifre che, in qualche caso, le piccole imprese non riescono nemmeno a mettere insieme.
Noi chiediamo ai Comuni umbri si rinviare al 2014 almeno il conguaglio di questa tassa sui rifiuti, esercitando la facoltà concessa dal ministero delle Finanze con un recente risoluzione. Chiediamo di dare un segnale concreto di attenzione verso le piccole e media imprese, che costituiscono l’ossatura della struttura economica in questa regione, aiutandoci a spezzare almeno in parte “l’assedio” che ci sta mettendo alle strette: il livello insostenibile di tasse, tributi e adempimenti burocratici di ogni tipo, la concorrenza sleale che sfugge alle regole, la pressione sempre più forte della criminalità”.
Con un accorato l’appello Aldo Amoni, presidente Confcommercio dell’Umbria, si rivolge ai sindaci dell’Umbria perché comprendano le enormi difficoltà in cui si trovano le piccole imprese, alle prese con quello che è stato definito un vero e proprio “ingorgo fiscale” di fine anno, e prendano misure coerenti con la difficoltà del momento.
Entro il 31 dicembre le imprese dovranno onorare ben 28 scadenze fiscali e contributive che comporteranno un esborso di almeno 76 miliardi di euro, come ha calcolato Cgia di Mestre. Secondo la stima dell’associazione, l’imposta più impegnativa dal punto di vista finanziario resta l’Iva che obbligherà le aziende a versare all’erario 26,5 miliardi di euro.
Al secondo posto di questa poco invidiabile classifica, l’acconto Ires, vale a dire l’imposta sul reddito delle società di capitali, che garantirà alle casse dello Stato 16,9 miliardi di euro, mentre il pagamento dell’acconto Irap porterà altri 11,6 miliardi di euro di gettito. Le altre scadenze che gli imprenditori dovranno onorare sono le ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti del settore privato e quelle riferite ai lavoratori autonomi (pari a 12 miliardi di euro), gli acconti Irpef (4,8 miliardi) e il pagamento della seconda rata dell’Imu (4,4 miliardi).
Dal gettito complessivo, pari a poco più di 76 miliardi di euro, non sono state incluse le cifre riguardanti i versamenti relativi all’ultima rata della Tares (la nuova tassa sui rifiuti) e i contributi Inps a carico delle imprese e dei dipendenti. Confcommercio ha invece calcolato gli effetti per le imprese del passaggio dalla Tarsu al nuovo tributo Tari sui rifiuti urbani introdotto con la Legge di Stabilità. La maggiorazione sarà di circa sei volte per i ristoranti, le trattorie e le pizzerie (+482%): la spesa annua tutto compreso, calcolata per un’attività con una superficie media di 200 mq, passerà così da 802,70 euro a 4.674,98 euro. Ma la batosta maggiore sarà di quasi otto volte per un negozio di ortofrutta (+650%) o una discoteca (+680%).
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