ALLARME DI CASARTIGIANI UMBRIA SU STATO DEL SETTORE TUTELA DEL PAESAGGIO

Allarme di Casartigiani Umbria per il settore curatori del verde e del paesaggio
Allarme di Casartigiani Umbria per il settore curatori del verde e del paesaggio
Allarme di Casartigiani Umbria per il settore curatori del verde e del paesaggio

(umbriajournal.com) by Avi News PERUGIA – Sono oltre 200 le imprese artigiane che, in Umbria, operano nella tutela del verde e del paesaggio dando lavoro a circa 1.000 addetti. Questo il dato, secondo Casartigiani Umbria, che parla di “un numero equiparabile a una grossa azienda che al cospetto di qualsiasi difficoltà attirerebbe l’attenzione di tutta la società civile e politica della regione”. “Purtroppo – ha detto il neopresidente della Federazione dei curatori del paesaggio dell’associazione di categoria, Giacomo Santini – quando chiude una piccola impresa non fa certo rumore”. Abusivismo e lavoro in nero rimangono per gli operatori della categoria problematiche molto sentite. Sempre secondo i dati riportati da Casartigiani, nel settore si registra relativamente al periodo 2011-2012 un calo medio del 35 per cento del fatturato “gran parte assorbito – spiegano dall’associazione – dal lavoro nero e dall’abusivismo con gravi perdite per l’erario, in termini di iva ed irpef, oltre al ben più grave calo dei posti di lavoro”. “Tutti i giorni – ha detto Santini – le nostre imprese sono costrette a subire la ‘concorrenza illegale’ da parte di soggetti che si inventano giardinieri. Costretti dalla crisi, ma anche beneficiando di essa, un numero sempre più consistente di finti o veri disoccupati, cassaintegrati, pensionati portati ad arrotondare, dipendenti attivi, stranieri più o meno in regola con il permesso di soggiorno, armati di strumenti e mezzi, si cimentano, incuranti delle leggi e dei controlli, nelle più svariate opere di manutenzione e realizzazione di giardini. Tutto questo, ovviamente, supportato e alimentato dalle committenze che si rendono incuranti non solo della qualità del servizio, ma anche dei rischi possibili derivanti da infortuni di vario genere anche gravi”. “Di fronte a questa realtà – ha detto ancora Santini – esprimiamo disappunto e disperazione cercando aiuti da parte degli organi preposti, sollecitandoli a un più attento controllo sul territorio. Avvertiamo il disagio soprattutto quando normative e costi sulla sicurezza, uniti a quelli per garantire qualità ed efficienza, appaiono fuori luogo e penalizzanti per chi li sostiene”. “Nelle nostre aziende – afferma ancora Santini – abbiamo sempre inteso e visto la qualità del nostro operato e la sicurezza per i nostri dipendenti non come un costo, ma come un investimento per meglio operare all’interno di un mercato sempre più concorrenziale. Sforzo vanificato da quanti operano nel segno dell’abusivismo, da quanti alimentano il lavoro nero, e da chi non aiuta la diffusione della legalità attraverso i giusti controlli. La crisi reale che sta mettendo tutti a dura prova non può più essere utilizzata per cogliere opportunità ulteriori, alimentando impunemente lo sfruttamento e mettendo al  bando l’incolumità delle persone inermi e talvolta vittime di un insensato sistema”. “La nostra federazione – conclude Santini – si attiverà per tutelare e difendere un settore fortemente esposto a un mercato privo di regole, ma al contempo intensificherà una campagna di promozione e sensibilizzazione al fine di far comprendere che la qualità e la sicurezza hanno un prezzo minimo non più trattabile”.

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