Pranzo di pesce, nessuna intossicazione durante il pranzo a Gubbio, falsi vocali

Pranzo di pesce, nessuna intossicazione durante il pranzo a Gubbio, falsi vocali

Pranzo di pesce, nessuna intossicazione durante il pranzo, falsi vocali

Pranzo di pesce – Da giorni passa di chat in chat e ora è diventato una delle prime “tendenze” su Twitter il presunto caso di disturbi intestinali a Gubbio che sarebbero seguiti a un pranzo collettivo a base di pesce ma il tutto viene smentito dalle autorità sanitarie. Audio-video sono diventati virali e pesantissimi. Rostruzioni in larga parte fantasiose stanno creando allarmismi, ma quanto accaduto non ha niente a che vedere con le reazioni che fanno il giro d’Italia. Il sindaco Filippo Mario Stirati ha già attivato i consulenti legali e stanno partendo le denunce. Nel mirino è finito chi ha fatto girare audio, filmati e foto con immagini e contenuti di forte impatto dove si fa un quadro dell’accaduto solo in minima parte rispondente a come sono andate esattamente le cose.

Umbria24 ha intervistato Filippo Colaiacovo dell’associazione cittadina, che ha organizzato il pranzo, portando il pesce nel ristorante, dove «non è stata riscontrata nessuna intossicazione alimentare».

«Ma non c’è stata nessuna scena apocalittica» – dice Colaiacovo a Umbria 24. Sono una decina di persone che hanno fatto i conti con la dissenteria durante il pranzo, questo viene confermato. Un malessere improvviso durato pochi minuti che li ha costretti a correre nel bagno del locale, ed altri a casa, ma che non ha avuto gravi conseguenze, così come aveva scritto l’ospedale di Branca con una nota ufficiale. «In riferimento agli eventi riconducibili ad un pranzo collettivo a base di pesce che sarebbe avvenuto lo scorso 2 ottobre a Gubbio – ha reso noto la Usl Umbria 1 -, il pronto soccorso dell’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino ha registrato tre accessi di persone che hanno partecipato al suddetto convivio ma con sintomatologie non riconducibili a tossinfezioni alimentari, tra cui una persona che è stata visitata per aver riportato una lieve ferita dopo un incidente stradale e che, dopo gli opportuni controlli, è stato dimessa». «Nessun caso di malattia infettiva o di intossicazione alimentare è stata segnalata, neppure in via ufficiosa, al servizio di igiene e sanità pubblica della sede di Gubbio dell’Usl Umbria 1».

Alcuni di questi dopo essersi ripresi sono pure tornati al pranzo, dicono dall’associazione. Secondo quanto ricostruito da Umbria24 «è stata servita una sola portata di pesce crudo, mentre il resto del pescato, composto da tonni e ricciole, era cotto».

Gli organizzatori del pranzo parlano anche di un virus gastrointestinale che girava nei giorni precedenti a Gubbio. Le due ambulanze intervenute sul posto hanno soccorso una donna e suo fratello, con la prima che è svenuta per un virus gastrointestinale e il fratello che si sarebbe impressionato e conseguentemente avrebbe perso i sensi. Un altro commensale è arrivato in ospedale dopo un incidente stradale, ma forse per lo spavento anche a lui è toccata la stessa sorte della decina abbondante colpiti da dissenteria.

Gli audio, quindi, dopo l’accaduto sarebbero stati costruiti ad hoc ingigantendo la situazione più del dovuto, così come tutte le immagini che giravano insieme ai vocali. Una, addirittura, sarebbe una maschera di carnevale in vendita online.

Una intossicazione alimentare? Dunque nessuna intossicazione, ma il pranzo al ristorante è avvenuto e lo stesso ristoratore lo ha scritto in un post su Facebook e confermando in una intervista fatta a ilgiornale.it chiarisce alcuni episodi.

Immagini splatter, commenti volgari e poco simpatici, sono stati girati su Facebook, Instagram e Twitter. Ma cosa è successo davvero a Gubbio il 2 ottobre scorso?

Il giornale.it ha sentito la versione del ristoratore che ha ospitato il pranzo dell’associazione dei pescatori che ha accettato di raccontare cosa è successo nel suo locale. “Avevamo permesso ai componenti della società di pesca – ha affermato – di pranzare nel nostro ristorante. Il pesce crudo lo hanno portato loro da fuori e, da quanto ne so, lo hanno fatto sfilettare in un altro locale. Quindi noi abbiamo solo ospitato le oltre cento persone. Potrebbe bastare questo per giustificarmi, ma vorrei smentire ciò che sta circolando sui social. Si tratta di chiacchiere che vengono alimentate da voci di popolo”


Il ristoratore successivamente pubblica un post sulla sua pagina Facebook, spiegando i particolari dell’accaduto: “In questi giorni si stanno divulgando nella nostra città alcune voci in merito ad una presunta intossicazione che avrebbe colpito alcuni clienti del ristorante, durante un pranzo tenutosi domenica 2 ottobre scorso nel nostro ristorante.

In un primo momento, sperando che le suddette voci, del tutto infondate, si sarebbero placate da sole, ho ritenuto più sensato non intervenire in alcun modo. Ad oggi, purtroppo, dopo aver constatato che a distanza di giorni tali supposizioni (perché di questo si tratta, solo di “chiacchiere”) vengono ancora alimentate da mere voci di popolo, senza che nessuno conosca realmente i fatti, mi trovo costretto, mio malgrado, a replicare in proposito per precisare quanto segue. Corrisponde a verità che il giorno del pranzo sia intervenuto, presso il ristorante, personale medico del 118, tuttavia, tale intervento si è reso necessario per problemi personali di salute che hanno afflitto due avventori, ma che nulla hanno a che vedere, in alcun modo, con la qualità e/o tipologia del cibo somministrato presso il ristorante, con la preparazione dello stesso o con i metodi di cottura utilizzati, come a qualcuno piacerebbe far credere.

Pertanto, poiché quel che ha avuto inizio come un semplice “sparlare” si sta protraendo nel tempo e soprattutto, considerato che la divulgazione di notizie false e diffamatorie sta arrecando un danno all’immagine del ristorante, anche ben oltre i confini della città, invito chiunque a cessare simili comportamenti. Certo di aver chiarito l’accaduto, pur non avendone alcun onere, spero di aver messo fine a questa spiacevole situazione e, soprattutto, auspico di non dovermi trovare difronte a pubblicazioni su noti social, dove spesso dilaga ogni informazione possibile, pur se non veritiera, perché a quel punto ci troveremmo costretti a dover tutelare, ai sensi di legge, l’immagine dell’attività e di chi con me lavora duramente tutti i giorni per offrire ai clienti un servizio onesto e di qualità, come sempre avvenuto negli anni”

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