
(umbriajournal.com) PERUGIA – Un danno erariale quantificato in circa trecentomila euro è stato segnalato in questi giorni alla Procura Regionale della Corte dei Conti, dagli uomini del Nucleo Investigativo del C.F.S. di Perugia. La vicenda ha origine con il sequestro del depuratore di Castelluccio di Norcia eseguito dal Corpo Forestale a ferragosto di due anni fa, quando parte della famosa piana era stata deturpata dai maleodoranti liquami che fuoriuscivano dal depuratore per l’incuria e negligenza di chi era preposto alla sua manutenzione. L’ingentissimo danno erariale ha raggiunto tale entità in quanto a seguito del sequestro, l’Autorità Giudiziaria impose espurghi quotidiani mediante autocisterne.
La relazione depositata nei giorni scorsi dagli investigatori del Corpo Forestale permetterà alla Magistratura contabile di far luce sulle responsabilità di chi all’interno dello stesso Comune, per inerzia burocratica o con una condotta, a dir poco negligente e omissiva, abbia causato tale danno alle casse dell’Amministrazione. Al momento del sequestro il depuratore versava in uno stato di totale abbandono, non era nemmeno allacciato alla rete elettrica. Il sequestro penale venne convalidato dalla Magistratura che impose al Comune di Norcia di smaltire i reflui mediante autospurgo operato da due ditte private, che hanno così emesso fatture all’Amministrazione comunale di Norcia per il costo degli oltre 270 interventi serviti per tamponare la grave emergenza ambientale e sanitaria in essere. Al culmine della stagione turistica 2011 i maleodoranti liquami, si riversavano in maniera copiosa nella sottostante piana, deturpando una delle aree naturalistiche protette più belle d’Italia posta ai piedi del Monte Vettore (Parco Nazionale dei Monti Sibillini) sotto gli occhi increduli dei turisti. Nota positiva della vicenda fu che le analisi chimiche del terreno interessato dallo sversamento, non rilevarono danni permanenti per l’ambiente. L’intervento del C.F.S. ha permesso di accelerare l’iter per la realizzazione di un fitodepuratore già progettato da tempo per la sostituzione della vecchia struttura sequestrata. Questa vicenda rileva che spesso i reati a danno dell’ambiente, oltre a condotte penalmente rilevanti hanno come ulteriore risvolto ingenti costi per la pubblica amministrazione, che spesso deve rimediare alle proprie negligenze con costosi interventi. Questa attività non è l’ultima condotta dal Corpo Forestale dello Stato in questi giorni ed è la testimonianza della fervente attività di contrasto agli illeciti contro la P.A. e al contrasto dei crimini ambientali che il Corpo svolge quotidianamente sul tutto il territorio nazionale sinergicamente con le Procure della Repubblica e la Corte dei Conti.
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