
Nel pomeriggio dello scorso lunedì 12 gennaio 2015, la Polizia di Stato ha portato a conclusione una importante operazione di Polizia Giudiziaria, individuando sul territorio ed assicurando alla giustizia un pericoloso pluripregiudicato tunisino, particolarmente attivo nel mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti su Perugia, nel caso specifico coinvolto in una articolata e minuziosa attività d’indagine svolta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile del Comando Compagnia Carabinieri di Perugia originata dalla morte di un giovane tossicodipendente per “overdose”: in questo caso, come in tanti altri, Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri si trovano a condividere un medesimo obiettivo, nel più ampio e fattivo spirito di reciproca collaborazione.
L’ANTEFATTO: Il 27 settembre 2012, M.L. muore per “overdose” a Viterbo.
Immediate le indagini che partono dai contatti telefonici del giovane tossicodipendente deceduto: emergono continui contatti con tale “Chichi”, evidentemente “pusher” perugino al quale il predetto, unitamente ad altri tossicodipendenti, si rivolgeva abitualmente per rifornirsi di “eroina” e “cocaina” mediante dei viaggi fino a Perugia.
La sera prima della morte del suddetto, secondo la ricostruzione investigativa dei Carabinieri, l’utilizzatore della predetta utenza cellulare lo avrebbe rifornito di “eroina”, la cui assunzione avrebbe portato M.L. alla morte.
Da questo fatto, è stata operata una attenta e meticolosa ricostruzione in ordine a numerosissimi episodi di spaccio ed a carico di un gruppo di soggetti maghrebini, tutti utilizzatori delle medesime schede telefoniche ed in maniera ben organizzata.
M. S., trentenne tunisino domiciliato a Perugia, è uno dei maggiori sospettati di aver effettuato la cessione “fatale” per il giovane tossicodipendente viterbese, e sarebbe stato responsabile, inoltre, di circa “quaranta” cessioni di “eroina” e/o “cocaina” tutte attentamente documentate.
All’esito di tale attività, coordinata dal Sost. Proc. PM Dott. M. FORMISANO, il GIP. di Perugia Dott. L. SEMERARO, anche in considerazione dei precedenti specifici dell’interessato, ha inteso emettere un provvedimento di custodia cautelare in carcere, lo scorso Ottobre 2014.
LA CATTURA: Dall’emissione del predetto ordine di cattura, il M. S. aveva fatto perdere ogni traccia di sé, scomparendo dal precedente domicilio ma, evidentemente, continuando a permanere a Perugia, con ogni probabilità per non “interrompere” la sua fiorente attività “commerciale”, che interessa in modo specifico le vie e le piazze del centro storico.
Fondamentale lo scambio informativo tra le Forze dell’Ordine, grazie al quale gli agenti della Squadra Mobile – Sezione Seconda “Contrasto alla Criminalità Diffusa”, diretti da Marco CHIACCHIERA e coordinati da Roberto ROSCIOLI, e personale del Reparto Prevenzione Crimine Umbria – Marche nel corso di un servizio in centro storico volto alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti e mirato nei confronti dei “pusher” di origine maghrebina, hanno individuato e catturato il latitante in narrativa, accompagnandolo poi a Capanne, dopo la notifica del provvedimento restrittivo pendente a suo carico.
I PRECEDENTI: Il “curriculum” criminale dell’arrestato è di una certa consistenza: nonostante sia giunto a Perugia, via Lampedusa, solo nel 2009, soltanto in questa Provincia conta già diversi arresti in flagranza di reato sia per spaccio di droga, sia per violazione delle norme sull’immigrazione, oltre a diverse segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per reati vari, nonché a diversi provvedimenti di espulsione del Questore di Perugia, sempre inottemperati.
Lo scorso gennaio 2013, le due titolari di un noto “african shop” di Fontivegge vengono aggredite, minacciate con un coltello, schiaffeggiate e derubate dell’incasso da 7 giovani maghrebini: M.S., secondo la ricostruzione fatta dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Sezione “VOLANTI”, è uno dei principali sospettati di questa rapina, e da allora si era già reso irreperibile, ben consapevole di essere nel mirino della Polizia.
Nel 2010, venne arrestato, sempre dalle “Volanti”, per clandestinità, avendo disatteso l’ordine di espulsione dal territorio nazionale, e denunciato per “invasione di edificio”, in quanto venne sorpreso all’interno di un appartamento di questa Via Sant’Agata, dove bivaccava dopo aver forzato la porta d’ingresso.
Risale soltanto a qualche mese precedente un arresto analogo, sempre per la violazione del Testo Unico sull’Immigrazione, operato anche in quel caso dai poliziotti della Squadra Mobile.
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