<p>post <b>M. Zingales</b> UJcom2.0 <a target="_blank" title="Scrivi a Morena Zingales" href="mailto:morenazingales@gmail.com"><b>@</b></a> (UJ.com) PERUGIA - Proseguono le audizioni del Comitato di monitoraggio e vigilanza sullamministrazione regionale, tornato al lavoro sul filone della Riforma delle Agenzie regionali, prima fra tutte la Sviluppumbria Spa (Società regionale per lo sviluppo economico). Il presidente del Comitato Franco Zaffini (Fli), con i consiglieri Smacchi (Pd, vicepresidente), Buconi (socialisti) e Bottini (Pd), ha sentito i pareri dei rappresentanti di Confindustria, <b>Confartigianato</b>, Cna e Confapi dellUmbria sul ruolo svolto dallAgenzia regionale e le funzioni che gli assegna la legge regionale numero 1 del 27 gennaio 2009. Una legge che dovrebbe essere calibrata meglio, tenendo conto della novità del federalismo che avanza ha detto il segretario regionale della Confartigianato, Sergio Bova, secondo il quale Sviluppumbria deve essere sinergica al processo di internazionalizzazione.</p>
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<p>Per Confartigianato tutto va bene nel momento in cui viene rispettato il principio di sussidiarietà e si mettono in campo gli strumenti di tutta la rete territoriale. Per il direttore di Confindustria Umbria, Aurelio Forcignanò, Sviluppumbria può essere ancora utile ma deve essere definita la sua mission, che deve <b>essere</b> quella di assicurare sostegno allo sviluppo delle imprese svolgendo un ruolo tecnico, lasciando allEsecutivo regionale i programmi e la loro attuazione. Critico sulla insufficienza operativa di una società che in teoria si occupa di tutto, ma è scarsamente percepita il direttore regionale della Confederazione nazionale artigianato e piccole imprese (Cna) Paolo Arcelli, secondo il quale la legge assegna a Sviluppumbria ruoli importanti, nascita delle imprese femminili, giovanili, cooperazione internazionale, marketing territoriale, attrazione di investimenti esogeni, ma non ci sono riscontri tangibili.</p>
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<p>Sulla stessa linea il rappresentante della Confapi Umbria, Paolo Rastelli, che per le piccole e medie imprese vedrebbe bene unagenzia che possa portare loro linnovazione, dato che da sole non riescono a fare ricerca, che invece fanno società che non risiedono nella nostra regione. Laltro problema delle piccole e medie imprese ha detto Rastelli consiste nella difficoltà di attrarre <b>investimenti</b> in Umbria. Ad ogni modo ha concluso per la internazionalizzazione il nostro riferimento è il Centro esteri dellUmbria, per il resto cè Gepafin. Il Comitato di monitoraggio riferirà al Consiglio regionale sulle varie istanze raccolte durante le audizioni, ha detto agli interlocutori il presidente Zaffini, che ha annunciato il prossimo monitoraggio anche sulla legge 12, che norma limprenditoria giovanile e sarà un ulteriore momento di discussione.</p>
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