Spendono oltre<b> 2,7 milioni di euro</b>, biglietti esclusi, gli appassionati che ogni anno si recano a Perugia per Umbria jazz. Il dato scaturisce da una ricerca compiuta in occasione dell'edizione 2007 dalla facolta' di Economia dell'Universita' del capoluogo umbro. I dati sono stati presentati oggi, alla vigilia dell'apertura della rassegna. Domani il via al programma musicale con l'esibizione della marching band e con il concerto all'area Santa Giuliana di Mario Biondi. Il campione preso in esame ha riguardato 121 attività commerciali del centro: il 61% ha registrato un aumento delle vendite durante il festival, per il 28% non ci sono state variazioni e l'11% dichiara una diminuzione. L'indagine ha stimato, aggregando una serie di dati, che la spesa complessiva del pubblico di Uj, escludendo quello residente in provincia di Perugia, sia di oltre 2,7 milioni di euro, non considerando l' incasso dei biglietti (che in media si aggira su 1- 1,2 milioni) ed il merchandising ufficiale. Le prime voci di spesa sono alberghi e ristoranti, seguono bar, libri, giornali, cd, abbigliamento. Riguardo ai visitatori l' età media è di 39 anni, il 13% è straniero (molti gli scandinavi e gli americani) e tra gli italiani, le regioni più rappresentate, oltre a quelle limitrofe all' Umbria (Toscana, Lazio, Marche ed Emilia Romagna), sono Lombardia, Veneto e Campania. Si tratta di un pubblico con un tasso elevatissimo di scolarizzazione: ben il 92% ha un diploma superiore o una laurea. Non meraviglia quindi che il 27% vada anche per chiese e monumenti, il 17% visiti i musei e l'11% le mostre. Il 3,5% dichiara di approfittare di Umbria Jazz per fare un salto anche al festival di Spoleto che é quasi contemporaneo. La permanenza media è pari a 1,82 notti, e c'é un campione piuttosto esteso (il 18%) che si ferma da tre notti in su, fino ai patiti che restano tutto il festival. E' un pubblico affezionato, quello di Umbria Jazz: il 44% è alla sua prima edizione, per la maggioranza invece si tratta di un ritorno, ed il 17% dichiara di aver visto 5 o più edizioni. L'indagine ha preso in considerazione anche altri dati sul festival come la composizione del bilancio, compresa l' incidenza di sponsor privati e contributi pubblici, e l'identità dei fornitori. Infine le conclusioni: Umbria Jazz porta in città tanta gente, ma l'indotto è minore di quanto potrebbe essere per via di una mancanza di offerta commerciale adeguata nel centro storico: poco viene speso per esempio per artigianato e prodotti tipici dell'enogastronomia. Secondo gli organizzatori del festival, la manifestazione è meno considerata di quanto sarebbe giusto dai potenziali investitori locali, i cui contributi sono ritenuti insufficienti. A presentare i dati sono stati i coordinatori del team di ricerca dell'Università, Bracalente e Ferrucci, ed i rappresentanti di Umbria Jazz e Confcommercio. L'indagine è stata finanziata dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e dalla stessa Confcommercio ed ha preso in esame anche la mostra sul Pintoricchio, ancora in corso a Perugia. Il tutto sarà oggetto di un convegno entro l'anno per approfondire i risultati.<br />
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