<p>(UJ.com) PERUGIA - 17 aprile ultimo appuntamento di Cittaslow in Festival 2010 ,organizzato dal Gruppo Cramst, Cittaslow e da Il Palazzo del Gusto,con la direzione artistica di Riccardo Stefanini,ritorno nella <b>tradizionale</b> sede de La Penisola sul Lago di Corbara,a Baschi a due passi da Orvieto,con il concerto del Trio di Roma fomato da Danilo Rea al pianoforte,Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria. Tutti solisti affermati in ambito internazionale che delizieranno il pubblico con musiche tratte dal loro ultimo Cd 33, ma proporranno anche classici del Jazz.33.</p>
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<p>Sono gli anni che i tre hanno trascorso insieme sin dal loro debutto. Nacque, infatti,trentatrè anni fa, il Trio di Roma, e presto ebbe lopportunità di esibirsi dal vivo.Il percorso tracciato dal Trio di Roma è qualcosa di più di un elenco di brani di eccellenza figurativa, simbolica o produttiva: il valore <b>cresce</b> maggiormente e si fa interessante se si cerca di leggere in filigrana quel mondo, che è stato ed è tuttora, il laboratorio progettuale e produttivo che ha forgiato in trentanni, giorno dopo giorno, nota dopo nota, tantissime esperienze di unintera generazione. Se fosse un film sarebbe unepica sceneggiatura dedicata allamicizia. E inizierebbe così: cerano una volta tre ragazzi che per caso si incontrarono e mai più si sono separati.</p>
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<p>Tutto iniziò quando Danilo (Rea) si riuniva in casa dei genitori a suonare con gli amici. Tra questi cera anche un compagno di liceo del fratello Loris, Enzo (Pietropaoli), che allora suonava il sassofono. Non molto distante, un altro ragazzo di nome Roberto (Gatto), adorava invitare gli amici in casa dei suoi <b>genitori</b>, dove cera una batteria, un pianoforte e persino un organo Hammond. Si suonava spesso e, casualmente, un giorno arrivò anche Danilo. I due oltre a trovarsi alla perfezione quando suonavano, condividevano gli ascolti, uno su tutti: la musica inglese, in particolare Keith Emerson. Ad un certo punto Roberto iniziò a frequentare casa di Danilo e lì i tre si iniziarono a trovare.</p>
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<p>u in quel momento che Enzo mise da parte la sua passione per il sassofono e si sistemò al contrabbasso; lo imparò ad utilizzare in breve tempo. Nacque, trentatre anni fa, il Trio di Roma, e presto ebbe lopportunità di esibirsi dal vivo. Le prime apparizioni pubbliche si svolsero presso quello spazio autogestito che avrebbe poi finanziato la fondazione della scuola di musica più celebre di Roma, quella di Testaccio. Nella rassegna transitarono artisti già formati: Enrico Pieranunzi, Bruno Tommaso e qualche altro. Dopo le prime apparizioni i tre furono ingaggiati da <b>Maurizio Giammarco</b> per formare un nuovo quartetto. Negli anni successivi il trio entrò nelle grazie di Pepito Pignatelli, il conte che gestiva lo storico Music Inn. Inizialmente si ispiravano alla musica di Bill Evans, sia nella formazione a tre con Paul Motian e Scott LaFaro che con Eddie Gomez e Marty Morell. Presto si infilarono nei vicoli del jazz-rock.</p>
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<p>Nel frattempo però, il curioso Pepito, un appassionato che possedeva fiuto e coinvolgeva i giovani a suonare, aveva capito le loro potenzialità. Organizzò i primi tour del Trio di Roma con Lee Konitz e Steve Grossman come front man.Nei primi anni di attività finirono anche per essere chiamati a incidere con qualche grande nome: il trombonista Curtis Fuller per il disco della Timeless Curtis Fuller Meets Roma Jazz Trio del 1982 e, lanno seguente, con il sassofonista Bob Berg Steppin. Live in Europe per Red Records.Così i tre sono diventati inseparabili e, soprattutto, sono divenuti <b>musicisti</b> e artisti veri. Chiaro, ognuno ha una sua personalità, ognuno ha compiuto un suo percorso, però ogni tanto gli amici si ritrovano. Fino ad oggi qualcosa mancava perché tutti conoscessero il Trio di Roma: un disco.</p>
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<p>Una vita fa, che torna, in un racconto-cornice, che però ha un tema, ununità di espressione: le musiche da film, e che film. Da Colazione da Tiffany rievocato dalla splendida Moon River al tema del La Grande fuga. E così via fino Rocky, La Pantera rosa e tanto altro ancora. Unintelaiatura appunto, su cui far vibrare tutta la loro brillante e bulimica inventiva. Mai si tratta di una semplice rilettura, una scrupolosa verosimiglianza, più che altro una febbrile esasperazione <b>visionaria </b>dei tre. Che suonano ora classici e dritti come binari, ora moderni e obliqui. Buona parte dei brani come il tema damore tratto da Romeo e Giulietta scandiscono regolarmente molti passaggi chiave delle numerose vie percorse dai tre: il lirismo, lastrattismo e un certo valore evocativo della musica.</p>
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<p>Ma il percorso tracciato dal Trio di Roma è qualcosa di più di un elenco di brani di eccellenza figurativa, simbolica o produttiva: il valore cresce maggiormente e si fa interessante se si cerca di leggere in filigrana quel mondo, che è stato ed è tuttora, il laboratorio progettuale e produttivo che ha forgiato in trentanni, giorno dopo giorno, nota dopo nota, tantissime esperienze di unintera generazione. Che negli anni settanta si affacciava e interrogava sul jazz. Oggi, invece, ne custodisce i valori più acuti.(testo Federico Scoppio).</p>
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<p>La Cittàslow ospite è Bra con lo chef Antonio Petti che presenterà questo menu: Antipasti:Salsiccia cruda di vitello di Bra,Insalatina di gallinella bionda di Saluzzo;Primo:Risotto al radicchio e fonduta con formaggio Bra Dop;Secondi:Polpette di salsiccia di bra con fonduta alle nocciole,Coniglio grigio di carmagnola con cipolline e peperoni in agrodolce,Plateau di Formaggi dop della provincia di Cuneo con miele.Dolce.Tiramisu' al Moscato;Vini Pelaverga Di Verduno,Barbera D'Alba,Moscato Info e prenotazioni: 0763 343302 www.cittaslowinfestival.it info@cittaslowinfestival.it www.cramst.it info@cramst.it</p>
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<p>Tutte le cene sono con servizio al tavolo con inizio puntuale alle ore 21.00 cui seguirà il concerto del gruppo previsto dalle ore 22.15 I menù saranno costituiti da: antipasto, primo piatto, secondo piatto, contorno, dessert, caffè , vini ed acqua minerale. Costo a persona cena e concerto 40 euro. Possibilità di <b>soggiorno</b> direttamente presso il country resort and restaurant laPenisola Prezzo per persona in camera doppia: un concerto (comprensivo di cena) e un pernottamento (con prima colazione) a partire da 80 euro. Supplemento per camera doppia uso singola 20 euro. Ogni giorno in più con sistemazione in mezza pensione, a partire da 58 euro.</p>
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<p><b>Biografia:</b></p>
<p>Se fosse un film sarebbe unepica sceneggiatura dedicata allamicizia. E inizierebbe così: cerano una volta tre ragazzi che per caso si incontrarono e mai più si sono separati. Tutto iniziò quando Danilo (Rea) si riuniva in casa dei genitori a suonare con gli amici. Tra questi cera anche un compagno di liceo del <b>fratello</b> Loris, Enzo (Pietropaoli), che allora suonava il sassofono. Non molto distante, un altro ragazzo di nome Roberto (Gatto), adorava invitare gli amici in casa dei suoi genitori, dove cera una batteria, un pianoforte e persino un organo Hammond.</p>
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<p>Si suonava spesso e, casualmente, un giorno arrivò anche Danilo. I due oltre a trovarsi alla perfezione quando suonavano, condividevano gli ascolti, uno su tutti: la musica inglese, in particolare Keith Emerson. Ad un certo punto Roberto iniziò a frequentare casa di Danilo e lì i tre si iniziarono a trovare. Fu in quel momento che Enzo mise da parte la sua passione per il sassofono e si sistemò al contrabbasso; lo imparò ad utilizzare in breve tempo. Nacque, trentatrè anni fa, il Trio di Roma, e presto ebbe lopportunità di esibirsi dal vivo. Le prime apparizioni pubbliche si <b>svolsero</b> presso quello spazio autogestito che avrebbe poi finanziato la fondazione della scuola di musica più celebre di Roma, quella di Testaccio. Nella rassegna transitarono artisti già formati: Enrico Pieranunzi, Bruno Tommaso e qualche altro.</p>
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<p>Dopo le prime apparizioni i tre furono ingaggiati da Maurizio Giammarco per formare un nuovo quartetto. Negli anni successivi il trio entrò nelle grazie di Pepito Pignatelli, il conte che gestiva lo storico Music Inn. <b>Inizialmente</b> si ispiravano alla musica di Bill Evans, sia nella formazione a tre con Paul Motian e Scott LaFaro che con Eddie Gomez e Marty Morell. Presto si infilarono nei vicoli del jazz-rock. Nel frattempo però, il curioso Pepito, un appassionato che possedeva fiuto e coinvolgeva i giovani a suonare, aveva capito le loro potenzialità.</p>
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<p>Organizzò i primi tour del Trio di Roma con Lee Konitz e Steve Grossman come leader. Nei primi anni di attività finirono anche per essere chiamati a incidere con qualche grande nome: il trombonista Curtis Fuller per il disco della Timeless Curtis Fuller Meets Roma Jazz Trio del 1982 e, lanno seguente, con il sassofonista Bob Berg Steppin. Live in Europe per Red Records. Così i tre sono <b>diventati</b> inseparabili e, soprattutto, sono divenuti musicisti e artisti veri. Chiaro, ognuno ha una sua personalità, ognuno ha compiuto un suo percorso, però ogni tanto gli amici si ritrovano. Fino ad oggi qualcosa mancava perché tutti conoscessero il Trio di Roma: un disco. Una vita fa, che torna, in un racconto-cornice, che però ha un tema, ununità di espressione: le musiche da film, e che film.</p>
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<p>Da Colazione da Tiffany rievocato dalla splendida Moon River al tema del "La grande fuga". E così via fino Rocky, La pantera rosa e tanto altro ancora. Unintelaiatura appunto, su cui far vibrare tutta la loro brillante e bulimica inventiva. Mai si tratta di una semplice rilettura, una scrupolosa <b>verosimiglianza</b>, più che altro una febbrile esasperazione visionaria dei tre. Che suonano ora classici e dritti come binari, ora moderni e obliqui. Buona parte dei brani come il tema damore tratto da Romeo e Giulietta scandiscono regolarmente molti passaggi chiave delle numerose vie percorse dai tre: il lirismo, lastrattismo e un certo valore evocativo della musica.</p>
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<p>Ma il percorso tracciato dal Trio di Roma è qualcosa di più di un elenco di brani di eccellenza figurativa, simbolica o produttiva: il valore cresce maggiormente e si fa interessante se si cerca di leggere in<b> filigrana</b> quel mondo, che è stato ed è tuttora, il laboratorio progettuale e produttivo che ha forgiato in trentanni, giorno dopo giorno, nota dopo nota, tantissime esperienze di unintera generazione. Che negli anni Settanta si affacciava e interrogava sul jazz. Oggi, invece, ne custodisce i valori più acuti.</p>
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