
“Una tassa che creerà difficoltà a tutto il settore primario, tanto più con una scadenza così ravvicinata, cioè quella del 26 gennaio”. Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd), dopo la riunione della seconda sezione plenaria del Tar del Lazio, che ha deciso di non confermare la sospensiva del decreto che fissa il pagamento dell’Imu per i terreni agricoli.
“Si vanno a creare in questo modo due problemi, che il governo dovrà quanto prima risolvere. In primo luogo un termine di pagamento così ravvicinato difficilmente potrà essere rispettato dalle imprese, già ampliamente in difficoltà.
Va detto anche che una scadenza così imminente viola il principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente. Come ribadito più volte poi, il pagamento dell’imposta sui terreni dei comuni con la casa comunale ad un’altezza sul livello del mare inferiore ai 600 metri crea un danno abnorme all’economia umbra. Vengono ad essere esclusi dall’esenzione del pagamento gran parte dei comuni della fascia appenninica, la stessa Foligno, con gran parte del territorio montano e una buona parte della Valnerina. Si creano anche disparità tra terreni, magari anche confinanti. Per non parlare del danno economico inflitto ad aziende in territorio montano.
La Coldiretti Emilia Romagna stima che un’azienda con una media di dieci ettari si troverebbe a pagare 1.500 euro l’anno. Esprimendo quindi un forte disappunto per la decisione del Tar del Lazio, chiedo a gran voce l’intervento di Governo e Regioni. L’assemblea legislativa umbra ha già espresso il suo pensiero con una mozione, approvata all’unanimità, che impegnava la Giunta su questo versante. Gli umbri non possono più aspettare. Da parte mia ci sarà sempre impegno e sostegno a qualsiasi iniziativa”.
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