Si è chiusa la mostra del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari

GUBBIO - Si è chiuso ieri sera il sipario sulla ventisettesima edizione della “Mostra mercato nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari”. La rassegna enogastronomica che apre una vetrina su tutte le ricchezze di Gubbio e del <b>territorio</b> dell’Alto Chiascio mette dunque in archivio un’edizione che sarà memorabile per vari motivi, come evidenzia la presidente della Comunità montana dell’Alto Chiascio, Catia Mariani. Intanto, perché probabilmente si tratta dell’ultima manifestazione firmata proprio dalla Comunità montana dell’Eugubino-Gualdese, che fin dalle prossime settimane lascerà il posto a un nuovo ente montano composto dai comuni dell’Alta Umbria.<br /> <br /> Il Comune di Gubbio, pur non avendo diritto a essere presente nel nuovo ente, riservato solo ai comuni con meno di 25 mila abitanti, chiederà comunque di farne parte, così come accadrà anche per Città di Castello. Tornando alla Mostra del tartufo, il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, in questi giorni, ha più volte <b>sottolineato</b> la necessità di non disperdere il patrimonio rappresentato dalla rassegna gastronomica dedicata al prelibato tartufo bianco e a tutte le altre ricchezze del territorio eugubino-gualdese. “Sono molti gli aspetti che ci fanno delineare un bilancio di assoluta soddisfazione per quanto abbiamo vissuto in questi giorni alla mostra”, spiega la presidente della Comunità montana dell’Alto Chiascio, Catia Mariani.<br /> <br /> “Intanto, come avevamo avuto modo di sottolineare fin dalla vigilia, l’aumento del trenta per cento degli espositori che hanno voluto presentare le loro produzioni enogastronomiche. Poi, la soddisfazione degli stessi espositori, alcuni dei quali ieri hanno chiuso i loro stand un po’ prima perché avevano terminato le loro prelibatezze. I riscontri che abbiamo da loro sono tutti in termini positivi”. Dunque, nonostante qualcuno fosse impaurito dai venti di crisi economica che soffiano anche in Italia, le “quotazioni” del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari in mostra a <b>Gubbio</b> hanno retto più che bene l’urto con le difficoltà quotidiane dei portafogli. Scongiurate quasi del tutto anche le preoccupazioni per l’altro rischio dell’edizione di quest’anno, cioè l’assenza di fatto del ponte di Ognissanti, che ha limitato a quattro le giornate di apertura della mostra.<br /> <br /> Da questo punto di vista, l’avvio a rilento tra giovedì e venerdì ha poi lasciato il posto a un vero e proprio “tutto esaurito” nelle giornate di sabato e domenica, quando ci sono state non poche difficoltà anche solo a muoversi lungo i padiglioni espositivi, letteralmente gremiti di visitatori. “Un pubblico diverso <b>quello</b> tra sabato e domenica”, commenta Catia Mariani, riprendendo le indicazioni e i commenti forniti dagli stessi espositori. “Più attenti e buongustai i visitatori del primo novembre, e anche più predisposti agli acquisti delle ghiottonerie provenienti dal nostro territorio e dal resto del Belpaese. Un po’ più ‘turisti’ ma sempre curiosi delle novità enogastronomiche, quelli arrivati domenica.<br /> <br /> Le nostre stime, comunque, nonostante un giorno in meno di apertura della mostra, ci fanno ipotizzare un flusso complessivo intorno alle 40 mila unità, quindi stabile rispetto allo scorso anno. <b>Tutto</b> questo, grazie soprattutto all’assenza del biglietto di ingresso, decisa negli ultimi anni proprio per aumentare le presenze”.

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