RELIGIONI - POSTA LA PRIMA PIETRA DEL NUOVO COMPLESSO PARROCCHIALE DEI SS. SEVERO ED AGATA DEL GIRASOLE E SANTA SABINA

<p>(UJ.com) PERUGIA - Un sole quasi estivo ha riscaldato la cerimonia della posa della prima pietra del nuovo complesso parrocchiale dedicato ai Santi Severo ed Agata dei centri abitati del Girasole di Corciano e di Santa Sabina di Perugia; una festa di popolo molto partecipata, sentita ed animata da tanti ragazzi e giovani. Proprio a loro l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, nel benedire la prima pietra ed il suolo dove sorgerà entro tre anni questo nuovo complesso <b>parrocchiale</b>, ha affidato un compito, quello di «tirare su le colonne del nuovo tempio trasmettendo la fede alle future generazioni attraverso la vostra testimonianza cristiana». Ai posteri sono affidate le sorti della comunità cristiana che si origina attorno alla propria chiesa ed è stato un vero inno ai giovani, quello che si è elevato dai discorsi pronunciati dai rappresentanti sia delle Istituzioni religiose che civili intervenuti alla cerimonia.</p>
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<p>Lo stesso arcivescovo, rivolgendosi ai giovani, ha raccontato la storia di Pietro chiamato dal Signore a costruire la Chiesa per lo Spirito Santo, i cui carpentieri erano i quattro evangelisti. Questi, insieme a Pietro, riuscirono solo a tracciare le fondamenta ed il Signore fu comunque contento perché avevano fatto le «fondamenta di questa Chiesa, tempio vivo dello Spirito Santo, affidando alle future generazioni di cristiani la costruzione delle sue colonne». Proprio ai ragazzi delle classi V A e V B della locale Scuola Elementare Statale è stata affidata la “conclusione” della <b>cerimonia</b> nel leggere alcuni loro pensierini: «questa pietra sarà come la radice di un albero che crescerà forte e resistente, diventerà la casa di tutti… La prima pietra è l’inizio dei lavori della casa di tutti noi ed è una casa più grande per una famiglia più grande». Mons. Bassetti ha espresso anche tutto il suo affetto al parroco don Roberto Di Mauro, dicendo: «sicuramente non dorme la notte al pensiero dello sforzo grande che gli richiederà la costruzione della nuova chiesa. Ma in questo suo sforzo don Roberto non è solo, ci siete tutti voi così numerosi, perché siete voi i veri costruttori della vostra chiesa, della vostra comunità».</p>
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<p>Don Roberto, con una voce a tratti commossa, ha detto: «grazie per esserci oggi alla posa della prima pietra della nostra chiesa, perché per noi questo giorno era quasi inarrivabile. In diciotto mesi di mia presenza tra voi, ogni giorno è stato una grazia di Dio per la nostra chiesa che ci apprestiamo a realizzare, una chiesa che è un centro di speranza per tutti. Sorgerà nel luogo in cui il compianto don Giuliano Governatori costruì la prima chiesa all’inizio degli anni ’80, in segno di <b>continuità </b>e di crescita della nostra comunità cristiana. Sarà un complesso realizzato con materiali di bioedilizia e concepito per il risparmio energetico. Ringrazio i progettisti coordinati dall’architetto Donatella Forconi e l’impresa edile che eseguirà i lavori con la speranza che possano concludersi entro i tempi stabiliti». A tracciare la memoria della storia che ha portato alla posa della prima pietra è stato l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Chiaretti, che durante il suo episcopato è stato avviato il progetto per la realizzazione del nuovo complesso parrocchiale del Girasole-Santa Sabina.</p>
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<p>«E’ una comunità parrocchiale che è venuta crescendo con il passare del tempo – ha commentato il presule –, multiculturale e multireligiosa, ma che sente la necessità di aggregarsi e di omogeneizzarsi. La chiesa, polo di civiltà prima ancora di religiosità, è vero elemento di socialità di una comunità sia per i credenti che per i non credenti. In una chiesa c’è la cultura dell’amore, perché dà la vita per la propria comunità. La prima pietra è Gesù Cristo, la pietra angolare sulla quale vengono riposte tutte le altre: noi siamo pietre vive che costruiscono persone per persone, nuove entità che danno speranza al futuro nel mettere in pratica il Vangelo». Diversi i <b>sacerdoti</b> intervenuti alla cerimonia, tra i quali mons. Girolamo Giovannini, parroco di Casa Basse di Nocera Umbra, che ha donato alla parrocchia del Girasole un grande prefabbricato dove verranno celebrate le S. Messe e svolte le attività pastorali in attesa del nuovo complesso parrocchiale.</p>
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<p>«E’ una struttura che doniamo con gioia a questa giovane comunità in crescita – ha commentato mons. Giovannini –, che abbiamo avuto in dono dall’Unitalsi durante il terremoto del 1997. Oggi quella che è stata per anni la nostra “chiesa”, la nostra “parrocchia”, viene utilizzata da una <b>comunità </b>parrocchiale della Diocesi di Perugia gemellatasi con la nostra di Assisi-Nocera-Gualdo all’indomani del sisma; un gemellaggio che ci ha sostenuto nei difficili momenti dell’emergenza e dell’avvio della ricostruzione. E questo non può non farci felici».</p>
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<p>Significative anche le parole dei due sindaci di Corciano, Nadia Ginetti, e di Perugia, Vladimiro Boccali, sia nel ringraziare il parroco don Roberto che tutta la Chiesa diocesana «impegnata a costruire comunità aperte all’accoglienza, all’aggregazione, all’essere solidali, a rafforzare la propria identità per aprirsi agli altri». Anche nelle parole dell’architetto Forconi si è colta l’importanza della <b>realizzazione</b> di una chiesa in un centro abitato in costante crescita demografica e sociale: «l’architettura da sempre costruisce il luogo delle relazioni tra le persone (orizzontale) e con il Cielo (verticale). C’è una comunità che sta nascendo in questo luogo e che viene coinvolta nella realizzazione di questa chiesa che rappresenta un punto fondante della sua stessa forza aggregante».</p>

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