Militari, nuovo ruolo professionale

PERUGIA - Discutere il nuovo ruolo professionale che hanno assunto le forze armate, in questo ultimo decennio, al fine di mettere in rilievo la loro fondamentale presenza negli “scenari operativi di crisi”. Questo l’obiettivo del convegno, “Soldati di pace in <b>scenari</b> operativi”, organizzato dalla Uniglobus Pusa University, insieme all'Università di Camerino ed al Comune di Assisi, che si terrà sabato 8 novembre, a partire dalle ore 14, al convitto nazionale “Principe di Napoli” di Assisi, in piazza Matteotti, 67. L’incontro, alla cui organizzazione hanno partecipato anche il consorzio Assisisì, la Fondazione internazionale Assisi AssisiPax e la Confederazione internazionale dei Cavalieri crociati, si articola in due parti, la prima a partire dalle ore 14.30, la seconda dalle 17.30, e sarà coordinato da Catia Eliana Gentilucci, professoressa ordinaria di economia politica della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Camerino.<br /> <br /> Tra i relatori del convegno, che sarà aperto dai saluti dell’amministrazione comunale di Assisi, saranno presenti rappresentanti delle forze armate italiane e docenti universitari. “Le Forze armate – hanno spiegato gli organizzatori del convegno - sono state chiamate, nel corso dell’ultimo ventennio, a <b>rispondere</b> a una nuova sfida, data dalla necessità di saper gestire e risolvere le crisi internazionali secondo le direttive delle Nazioni Unite. Tra i loro compiti ci sono, oggi, infatti, quelli di limitare qualsiasi escalation di violenza, edificare consolidare e mantenere la pace, prevenire i conflitti, guidare e gestire operazioni umanitarie oltre a imporre, in alcuni casi con l’uso della forza, una soluzione ai protagonisti di una crisi. In questo contesto i militari italiani hanno assunto un nuovo ruolo, quello di forze operative di stabilizzazione”.<br /> <br /> “I problemi metodologici per l’organizzazione delle forze armate – hanno aggiunto gli addetti ai lavori - sono lontani da essere sciolti e riguardano diversi aspetti come, per esempio, la definizione del concetto stesso di sicurezza, la valutazione del valore e del costo della sicurezza, l’individuazione di chi (Stato, <b>Organizzazione</b> internazionale o Alleanza), come (intervento militare, diplomatico o politico) e in presenza di quali presupposti (economici, politici, culturali, umanitari) si deve, o è opportuno, intervenire per instaurare o mantenere una situazione di sicurezza e di stabilità”.<br /> <br /> “La sicurezza globale – continuano i responsabili dell’incontro - è considerata un bene pubblico che, fino al periodo precedente la Guerra fredda, doveva essere realizzato e garantito dai singoli Stati. Nel tempo, l’evoluzione delle relazioni economico-commerciali e socio-politiche tra i Paesi ha comportato l’<b>ampliamento</b> del concetto e del bisogno di sicurezza, per far fronte al quale – spiegano – si devono impiegare risorse finanziarie, sia da parte delle organizzazioni internazionali, sia da parte dei Paesi che contribuiscono ad essa. Per questo motivo, la domanda più spesso posta dagli studiosi è se la spesa affrontata per la sicurezza globale sia giustificata dai risultati ottenuti”<br /> <br />  “Il dibattito su questo tema non è certo giovane – hanno concluso - e negli anni si è arricchito di nuovi contenuti e riflessioni che non hanno ancora portato a risposte definitive. Da questo <b>nasce</b> la necessità di proseguire momenti di confronto e riflessione tra docenti universitari, esponenti delle forze armate e autorità civili”. Gli atti del convegno verranno pubblicati da “Si-Times” Edizioni Uniglobus. L'ingresso è completamente gratuito.

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