Lite per il posto tra due bambini, Cassazione, su scuolabus anche accompagnatore

<p class="MsoNormal">(UJ.com) PERUGIA - La terza sezione civile della Corte di Cassazione, con la sentenza nr. 23464/2010, ha stabilito un principio parecchio interessante e risolutivo di conflitti recenti. Riguarda gli enti ed i comuni che curano il trasporto degli alunni a mezzo pulmini. Ad essi fa carico l’obbligo – ha sostenuto la Cassazione – di “garantire la presenza di un accompagnatore, oltre all’autista, nella gestione del servizio di trasporto scolastico”. Lapidaria la proposizione, condita da <b>considerazioni </b>che partono dalla constatazione, nel giudizio di cui si è occupata la Cassazione, della assenza di un “obbligo normativo del comune (citato in giudizio; n.d.r.) di disporre la vigilanza” sugli scuolabus. Tale concetto – di per sé grave, secondo l’ottica di chi scrive – è stato considerato determinante, in quanto la vigilanza s’imponeva per tutelare l’incolumità dei bambini. L’oggetto del contendere merita una rapida ricognizione.</p>
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<p class="MsoNormal">Sarà istruttiva. E convincerà che l’esercizio del diritto da parte di quanti ritengono di essere vittime di incuria o altro è sacrosanto. Né può essere diversamente ove si pensi che il Tribunale di Perugia, interessato a pronunciarsi in merito alla lite per il posto tra due bambini, sullo Scuolabus, conclusasi con lesioni invalidanti di alcune vertebre per uno dei due, condannò il Comune, titolare del servizio, in primo grado, a risarcire la vittima con 123 mila euro. Pronuncia che la Corte d’Appello, sempre di Perugia, convalidò addirittura con l’inasprimento della somma <b>risarcitoria</b>. Con ciò non siamo neppure sfiorati dal desiderio di far litigare i bambini sugli Scuolabus senza accompagnatore e di trascinare gli enti responsabili, comuni in testa, davanti al Magistrato. Né siamo sfiorati dal dubbio che gli enti, dopo la pronuncia della Cassazione, siano indotti – per non correre rischi – a sopprimere il servizio, tanto utile. Guai. Sarebbe meschino e politicamente scorretto per un sindaco assumersi la responsabilità di gravare di spese le famiglie, magari per il trasporto del figliolo disabile.</p>
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<p class="MsoNormal">Siamo, invece, dell’avviso che tutti i comuni debbano rivedere le proprie posizioni e le caratteristiche finora messe in campo per assicurare il servizio di cui ci occupiamo. Se carente, va potenziato. Sappiamo tutti quanto bisogno di cure ed attenzioni abbiano i bambini. Così come sia necessario abituarli, con la sorveglianza e con gli esempi, a socializzare e perfino a rendersi <b>protagonisti</b> di storie deamicisiane. Mai di imitare i due facinorosi in erba perugini. Un apprezzamento desideriamo rivolgere all’ufficio stampa della Provincia di Lecce, retto da Giovanni D’Agata, per aver svolto una azione di comunicazione istituzionale che – a memoria d’uomo – non ha parecchi riscontri.</p>
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<p class="MsoNormal">L’iniziativa è stata orchestrata, con professionalità e senza alcun desiderio di strafare o di auto celebrarsi, ma secondo le regole cui obbedisce un ufficio stampa pensoso di veicolare le notizie dall’interno dell’ente all’esterno, verso i propri “pubblici”. Nel rispetto dei ruoli, ben sapendo di essere soltanto “tramite”, mai “protagonista”. In questi termini il comunicato stampa ha avuto il pregio di far conoscere ai circa 850 mila cittadini residenti nei comuni salentini quali sono i diritti in <b>materia</b> di trasporto dei bambini con lo Scuolabus comunale. Nel contempo, la notizia ha raggiunto i sindaci del territorio, i quali ora conoscono l’indirizzo manifestato dalla giurisprudenza in materia, dato per assurdo che non l’abbiamo appreso da altra fonte. Come dire: tutti sanno tutto.</p>

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