Le pergamene ebraiche in mostra a Città di Castello

CITTA' DI CASTELLO <!–webbot bot="Timestamp" S-Type="EDITED" S-Format="%d/%m/%Y" startspan –>19/08/2008<!–webbot bot="Timestamp" endspan i-checksum="12639" –> - “Il valore storico e documentale delle pergamene ebraiche conservate nel Fondo Anti-co della Biblioteca di Città di Castello è emerso chiaramente in occasione della mostra ‘Italia ebraica’ di Tel Aviv, perché le teche che custodivano i fogli del Talmud sono state le più visitate e apprezzate. Per questo abbiamo deciso di esporle in occasione del Fe-stival delle Nazioni dedicato alla cultura e alla musica di Israele, consolidando un rap-porto con il mondo ebraico che la nostra città ha sempre avuto, come testimonia la si-nagoga che si alzava nel centro storico”: per il sindaco Fernanda Cecchini la mostra che, a partire da giovedì 21 agosto, ospiterà i manoscritti recuperati e restaurati “è un’iniziativa che contribuirà a divulgare la loro conoscenza oltre il mondo degli addetti ai lavori e insieme un tassello degli eventi collaterali legati al Festival delle Nazioni. Presentando l’esposizione in conferenza stampa, la Cecchini ha infatti ribadito come “il legame tra storia ebraica e storia locale attraversi i secoli, spesso nelle drammatiche circostanze che portarono il rabbino Elio Toaff, cittadino onorario tifernate, a cercare rifugio dalle persecuzioni razziali nella nostra città. Le preziosissime pergamene che esponiamo sono un’attestazione dei rapporti che la comunità ebraica ebbe con l’Alta Valle del Tevere nell’arco dei secoli compreso tra 1300 e 1500”. Recuperati nell’ambito del progetto &quot;Ghenizà (ripostiglio dei libri deteriorati) italiana”, i frammenti dei manoscritti ebraici di Città di Castello si sono conservati come rilegature ai registri notarili; sono 121, di cui 28 bifogli o a fogli interi e 93 piccolissime strisce, che costituivano il dorso della copertina. “Nel caso tifernate le sopravvivenze sono relative a sette diversi manoscritti di origine” ha spiegato il professor Mauro Perani, curatore dell’iniziativa insieme a Marisa Bor-chiellini, “Dei 24 registri notarili, sette sono avvolti con fogli tratti dal manoscritto di una Bibbia risalente alla metà del Duecento; uno con un compendio detto Alfasi e tre, i più considerevoli, con parti del Talmud babilonese, la summa della giurisprudenza ebraica, che per il suo contenuto fu oggetto di più frequenti campagne iconoclaste. Copiati tra 1100 e 1200, sono attestazioni rarissime perché più antiche di due o trecento anni ri-spetto all’esemplare completo di Monaco. Il loro riuso è invece attestabile alla metà del Cinquecento”. La mostra “Le pergamene ebraiche di Città di Castello” sarà inaugurata giovedì 21 a-gosto alle 18.00 nelle sale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera e, oltre che dall’Amministrazione comunale, è sostenuta dal Gal Alta Umbria. CDCNOT08/19/08/COM1192/SSC

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